L’allarme è arrivato da Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni, che rappresenta e tutela i 7 Consorzi di Bonifica dell’Isola), che in una nota ha sottolineato l’emergenza idrica in cui versano alcune zone della Sardegna con l’acqua, però, che «in molte aree finisce in mare». Come nel sistema del Tirso, dove per un farraginoso sistema di collaudo delle dighe non si può custodire più di acqua di quella in realtà a disposizione, con dati impressionanti: ogni secondo due metri cubi d’acqua, duemila litri, finiscono in mare.

Alternativa, sottolineava Anbi, sarebbe incanalare l’acqua verso il sistema del Flumendosa attraverso una stazione di pompaggio, un impianto di sollevamento già esistente e che dovrebbe essere riattivato per dare da bere alle campagne del Sud Sardegna.

E proprio su questo punto arriva oggi la replica di Enas, Ente Acque della Sardegna, che precisa anzitutto come il suo operato avvenga «in forza di disposizioni di legge», «avendo cura di attuare le disposizioni date dall'autorità di bacino, che agisce a tutela dell'intera collettività e secondo le regole date» e che prevedono dapprima il soddisfacimento del «fabbisogno ad uso domestico», ed a seguire «quelli industriali ed irrigui».

E con specifico riferimento al «trasferimento delle risorse idriche dal Tirso al Flumendosa», precisa Enas, si tratta di un’operazione che «ha un costo di 5.5 milioni di euro circa all’anno, attualmente non presenti nel bilancio di Enas, a meno di utilizzare risorse che sono attualmente stanziate per garantire l'approvvigionamento idrico potabile, soluzione che però non può essere obiettivamente considerata in assenza di garanzie di nuovi finanziamenti».

«Va ricordato inoltre» prosegue ancora l’ente, «che, a differenza degli altri soggetti gestori, Enas, per garantire maggiori introiti, non può aumentare le tariffe di vendita dell’acqua grezza, essendo obbligato da una delibera di Giunta regionale ad applicare importi (6 millesimi di euro a metro cubo per il settore agricolo e 2.5 centesimi per quello potabile) assolutamente al di sotto dei costi, pertanto, non sufficienti per sostenere l'approvvigionamento della risorsa e la gestione delle opere del Sistema idrico multisettoriale».

«Nel corso dei mesi passati – si legge nella nota dell’Ente – nonostante le numerose segnalazioni effettuate formalmente ed informalmente dal Commissario straordinario agli organi competenti, non è arrivata una soluzione in grado di colmare questo disavanzo e di garantire le risorse finanziare necessarie alla gestione del sistema».

«Al fine di avere le necessarie rassicurazioni per ottenere le risorse necessarie, Enas ha già attivato gli opportuni contatti con l'amministrazione regionale entrante», che «certamente metterà in agenda quanto necessario per la risoluzione del problema», la conclusione.

(Unioneonline/v.l.)

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