Il 9 maggio del 1978 fa viene ritrovato, all’interno di Renault 4 rossa in via Caetani a Roma, il cadavere di Aldo Moro. È il tragico epilogo di una vicenda che aveva avuto inizio il 16 marzo con la strage in via Fani.

Quella drammatica vicenda, a 46 anni di distanza, viene rievocata domani, giovedì 9 maggio, alle 17 nella sala conferenze dell’ospedale Oncologico di Cagliari nel corso dell’incontro, inserito nei “Pomeriggi letterari” al Businco e introdotto da Maria Teresa Ionta dell’associazione sarda di prevenzione, assistenza oncologica.

Protagonista, l’ex poliziotto Claudio Bachis, autore del libro “Vita da sbirro” sulla sua esperienza di agente della Digos impegnato nella lotta contro il terrorismo.

Nel libro la storia, vera, di uno “sbirro”  che con il suo lavoro ha attraversato anni molto tormentati della vita politica e civile del nostro Paese. Bachis, insieme ai colleghi, ha portato a termine nel corso degli anni una serie di arresti "eccellenti" tra i terroristi rossi, su tutti Mario Moretti, l’anima del Brigate Rosse, il principale artefice del sequestro di Aldo Moro.  

«Il libro – scrive Oliviero Diliberto nella prefazione – non è solo un’autobiografia. È un racconto generazionale. Sono pagine nella quali rileggo non semplicemente la storia di un singolo, ma quella di una generazione, peraltro in momenti tremendamente difficili per il nostro Paese».  

È un punto di vista sugli anni del terrorismo, il punto di vista di un testimone che, con senso di responsabilità, ha indossato una divisa e che ha sempre cercato di capire le ragioni di coloro che stavano dall’altra parte. Claudio Bachis dedica l’opera «a tutti i poliziotti, che hanno perso la vita dando a questo Paese un futuro migliore da quello prospettato dai “guerriglieri stalinisti”, e anche ai caduti che stavano dall’altra parte della barricata. Il dolore non ha colore e non fa distinzioni».

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