Ancora fortemente radicata in Sardegna, terra di forti tradizioni, è la credenza nei malefici o nel malocchio, altrimenti detto o ogu malu, lanciato anche solo attraverso un semplice sguardo.

Autori possono essere sia uomini sia donne, purché abbiano almeno raggiunto la prima giovinezza, e non necessariamente è richiesta cattiveria o volontà: la persona artefice di sa pigada de ogu può essere del tutto ignara dei poteri del suo sguardo

Alla base dell’attivazione del malocchio c’è spesso l’invidia verso il prossimo e le cose altrui. E anche complimenti eccessivi possono di contro suscitare anche involontariamente malefici.

Quali le cure più conosciute? Anzitutto la cosiddetta mexina de s’ogu, che racchiude attorno a sé una tradizione antichissima.

Chi può fare sa mexina de s’ogu?

Il rito viene svolto dalle guaritrici, che si tramandano le conoscenze di generazione in generazione.

Come si esegue il rito?

Alcuni chicchi di grano vengono gettati in un bicchiere d’acqua, quindi la guaritrice, dopo aver chiesto il nome della persona colpita, recita alcune preghiere. Se i chicci si sollevano e si formano delle bollicine in superficie significa che il maleficio è effettivamente in corso.

Il ruolo delle donne guaritrici

A seconda della forma delle bolle o della posizione che assume il grano le guaritrici possono individuare il sesso dell’artefice del malocchio, il numero delle persone che l’hanno lanciato e la parte del corpo colpita della vittima. L’acqua viene poi utilizzata per bagnare le giunture del corpo del malato, in un rituale accompagnato dal segno della croce, oppure la persona colpita viene invitata a berne un sorso. Quella rimanente viene buttata.

Gli amuleti
Ci sono poi anche svariati amuleti utili a prevenire eventuali malefici. Uno dei più diffusi è senz’altro su coccu, una pietra liscia e dura, tendenzialmente di onice o ossidiana, di forma sferica, simbolo del bulbo oculare, s’ogu bonu che si contrappone a s’ogu malu, in grado di assorbire gli influssi malefici lanciati a chi lo porta addosso, arrivando fino a rompersi.

Secondo la tradizione, affinché su coccu possa funzionare su di esso devono essere recitate delle preghiere o brebus.
In passato su coccu veniva regalato ai futuri nascituri dalle madrine di battesimo, per proteggerlo da occhi invidiosi. Anche le future spose spesso ricevevano in dono questa pietra, a protezione di loro stesse e della relazione.

(Unioneonline)

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