Alla scoperta della magia del Natale sardo tra antichi riti e usanze.

Sa Notte 'e Xena – La “notte della cena” è quella del 24 dicembre, vigilia di Natale. Un momento speciale non solo perché prelude al Natale vero e proprio e non solo perché è l’occasione per gustare prelibatezze. L’importanza della notte della Vigilia, nella tradizione, risiede sopratutto nel fatto che era l’occasione per rinsaldare i rapporti familiari e riabbracciare i parenti rimasti lontani per lungo tempo e tornati a casa proprio per rivedere i propri cari, condividendo con loro buon cibo, il calore del focolare, nuove storie e leggende antiche. 

Su Truncu 'e Xena- La sera del 24 dicembre veniva anche acceso Su Truncu ‘e Xena, ovvero un grosso pezzo di legno, scelto appositamente nei giorni precedenti, da far ardere piano piano nei camini delle abitazioni, e così per tutta la durata delle Feste, fino all’Epifania. 

Sa Miss'e Puddu – La notte tra il 24 e il 25 dicembre naturalmente era – ed è – occasione di fede e devozione, con la partecipazione dei fedeli a Sa Miss'e Puddu, così chiamata perché, iniziando la funzione a tarda ora ed essendo particolarmente lunga, le famiglie rientravano a casa quasi al canto del gallo del giorno di Natale (secondo altri, invece, il nome deriva dall’usanza di mangiare pollo o galletto il giorno della vigilia). 

I giochi tradizionali in occasione del Natale – Riunirsi con la famiglia per Natale era non solo l’occasione per rivedere i parenti e desinare tutti assieme, ma anche per divertirsi e soprattutto far divertire i bambini. Il 24 e il 25 dicembre gli anziani erano soliti raccontare ai più piccoli le tante storie e leggende della tradizione sarda, ad esempio. Oppure ci si sfidava a sa murra, a su barralliccu (una trottola artigianale per giocare d’azzardo come a dadi) oppure a sa tombùla (la tombola).

I sapori della cucina sarda a Natale – Sulle tavole di Natale delle famiglie sarde erano – e sono – ovviamente obbligatorie le più prelibate specialità della tradizione. Tra le altre: pan’e saba, pabassinos, mustatzolos, sa tunda e gli immancabili agnello, maialetto, culurgiones e malloreddus. Un elenco lunghissimo e variabile, a seconda della provincia e del paese dove aveva luogo la festa. 

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata