Gianluca Paparesta ha patteggiato oggi davanti alla Disciplinare due mesi di squalifica, con decorrenza immediata, per il deferimento per Calciopoli bis e la vicenda delle sim estere di Luciano Moggi. "Abbiamo chiuso con due mesi per evitare il processo - ha detto l'arbitro della sezione di Bari - che forse però avrebbe portato al proscioglimento. E' stata una chiusura senza ammettere alcuna responsabilità. Si è chiuso un incubo he non passava mai, adesso mi auguro di poter tornare ad arbitrare". "Mi sono fatto in tutto già 13 mesi di sospensione", ha ricordato Paparesta. Gli altri arbitri e assistenti che erano stati deferiti, Tiziano Pieri, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassarà, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Massimo De Santis e Marcello Ambrosino, non hanno patteggiato e quindi saranno giudicati in seguito, probabilmente il mese prossimo. Tutti, compresi i Paparesta, erano stati deferiti il 23 aprile scorso: all'epoca dei fatti erano tesserati Aia e sono accusati di "avere utilizzato schede telefoniche di gestori stranieri e per essersi, così, avvalsi del sistema di comunicazioni riservate costituito dal Moggi e dal Fabiani". La questione riguarda infatti le sim acquistate da Luciano Moggi e la rete di comunicazioni messa in luce dalle intercettazioni, nella quale aveva una parte importante l'ex ds del Messina Mariano Fabiani.

LA VICENDA. La vicenda di Paparesta è per lo meno singolare: inserito da Pierluigi Collina nella "squadra" della Can anche per il 2007/08, non ha mai diretto in questa stagione perché sospeso in via cautelare dal presidente dell'Aia, Cesare Gussoni, sospensione che era stata più volte rinnovata a causa dell'avviso di chiusura indagini dalla Procura della Repubblica di Napoli. Il 22 febbraio scorso la posizione penale di Paparesta era stata archiviata a Napoli, ma l'arbitro è stato poi squalificato per una vicenda che non c'entra con Calciopoli, per aver "sottaciuto all'Ufficio indagini l'esistenza di rapporti di affinità con soggetti interessati ad una società commerciale in favore della quale aveva chiesto un intervento di favore a un dirigente della società Milan, incorrendo in un comportamento quanto meno omissivo e, come tale, di ostacolo allo svolgimento dell'attività inquirente". Questa sanzione è stata annullata il 9 aprile dalla corte di giustizia federale, ma il 23 aprile sono arrivati i deferimenti per le sim di Moggi e Gussoni ha deciso che Paparesta non sia designato in attesa del giudizio. Una storia complicata, iniziata per l'arbitro di Bari con l'essere stato chiuso da Luciano Moggi e Antonio Giraudo, secondo un'accusa che però rimase un'ipotesi, in uno stanzino del "Granillo" dopo Reggina-Juventus del 6 novembre 2004. La partita finì 2-1 e Paparesta comunque si prese gli insulti dei dirigenti della Juve. Oggi la storia non è ancora finita.
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