"Posso allenarmi, ma non posso giocare perché in campo non vedo - ha spiegato il giocatore - Pensavo negativo, c'è stato un momento che pensavo al peggio, altro che tornare in campo. Ora però voglio tornare a giocare". Gattuso, assente dai campi dopo una breve apparizione nella prima giornata di A disputata, in Milan-Lazio, ha spiegato l'effetto della disfunzione - una paralisi del nervo cranico, come spiegato dal medico sociale del Milan, Rodolfo Tavana - con alcuni esempi: "E' brutto quando vai al computer a scrivere una mail, pensi di toccare il tasto di una lettera e invece scrivi altro - le parole del milanista - Oppure provi a guardare la televisione, e la vedi in un posto diverso da quello dove sta. Io mi alleno tutti i giorni, sto nello spogliatoio, partecipo della vita della squadra. Ma confesso che c'è stato un momento in cui ho temuto il peggio, altro che smettere col calcio". "Il calcio - ha aggiunto Gattuso - è la mia vita. Mi ritengo una persona fortunata. Ora che via via abbiamo escluso altre cause, so quale è il decorso. Tavana mi è stato vicinissimo, gli specialisti mi hanno dato speranze per il ritorno all'attività agonistica".
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