È nato in Brasile, cresciuto in Belgio e adesso vive a malta, ma Luis Ayrton Oliveira Barroso è più altro un sardo adottivo. Per questo iI Sarrabus - e Muravera in particolare, dove ha giocato e allenato e dove ha trovato casa - seguono con attenzione l’esperienza di Lulù, ex attaccante del Cagliari al tempo dell'ultima Coppa Uefa, alla guida del Floriana, nella Premier League maltese.

Nell’isola del Mediterraneo il, Oliveira è stato eletto anche allenatore della settimana dai quotidiani locali per il gioco che esprime la sua squadra.

Il Floriana vola come il suo allenatore, il "Falco", a soli tre punti della capolista Balzan. Nell’ultima gara prima della sosta di domenica scorsa, i biaoncoverdi hanno bloccato il Birkirkara di Giovanni Tedesco e Fabrizio Miccoli.

Oliveira, come procede l’avventura maltese?

"Non posso che non essere soddisfatto. Oltre ad avere un’ottima classifica la squadra offre un calcio spumeggiante. E non lo dico io".

Nell’ultimo impegno avere pareggiato col Birkirkara del bomber Miccoli...

"Un punto che ci sta stretto. Meritavamo di vincere. Ai punti avremo meritato noi. Abbiamo avuto tante occasioni ma non siamo stati fortunati".

Siete a pochi passi dalla vetta. Un pensierino alla vittoria finale?

"Il nostro obiettivo è il quarto posto. Cercheremo di stare aggrappati alla quattro squadre che si sono attrezzate per vincere: La Valletta, Birkirkara, Hibernians e Balzan dove gioca l’attaccante della nazionale Effiong che di recente, facendo reparto da solo, ha messo in difficoltà la difesa della nazionale italiana nell’incontro di Firenze, valido per le qualificazioni al campionato europeo. Ho una squadra che può ancora crescere. Non ci poniamo limiti".

Quali sono i vostri giocatori di spicco?

"L’ex Messina Enrico Pepe che potrebbe tranquillamente fare la serie B italiana. Davanti, l’ex Budoni Mario Fontanella e Matteo Picciolo. Poi anche gli altri italiani Antonio Monticelli e Andrea Scozzese, ex Sliema mi stanno sorprendendo".

Il livello?

"Tra la serie B e la serie C italiana".

La differenza principale con i campionati italiani?

"L’assenza di pressione. Domenica ho parlato con Miccoli e anche lui ha confermato. Vinci o perdi vieni sempre applaudito".
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