Radja Nainggolan si “confessa” a “Le Iene”. Nel servizio in onda stasera, in prima serata su Italia 1, l’ex centrocampista di Cagliari, Roma e Inter ha deciso di raccontarsi senza filtri agli inviati Stefano Corti e Riccardo Messa, tra calcio, eccessi e l’arresto di gennaio per traffico internazionale di cocaina. Ma è davvero tutta la verità?

«Mi hanno messo dentro per ca**ate», dice nell’intervista il Ninja, cresciuto a Linkeroever, quartiere difficile alla periferia di Anversa, dove ha trascorso un’infanzia segnata dalle difficoltà. «Da ragazzino – racconta a Le Iene - ho fatto tante ca**ate, risse, furti… ho intrapreso un po’ quella strada perché non avevo niente e cercavo di portare a casa qualcosa». Poi il calcio gli ha cambiato la vita: «La mia fortuna è che sono andato via a 16 anni, altrimenti non so come sarei finito».

Corti gli chiede anche com’erano le sue notti da calciatore: «Martedì andavo a ballare. Mercoledì giocavo alla playstation, giovedì uscivo sempre perché era la serata hip hop, la mia miglior serata, quindi mi sfasciavo, venerdì stavo in coma in allenamento, sabato giocavamo. Domenica riposavo, lunedì partivo in ritiro, martedì Champions».

Anche durante i ritiri, il riposo non era contemplato. «Alla Roma eravamo in camera di Totti, io, Pjanic e Manolas. Stavamo giocando a punto-banco, abbiamo tirato oltre l'una di notte. Usciti dalla camera di Totti, io e Pjanic dovevamo andare dall'altra parte del corridoio e c’era Spalletti addormentato in mezzo al corridoio. Quindi, io e Pjanic, zitti, zitti, cerchiamo di scavalcarlo per andare nella nostra camera ma lui si è svegliato e ci ha detto: ‘dove ca*** andate?!’. Il giorno dopo ha messo Totti e Pjanic in panchina».

Radja racconta anche un episodio durante la sua esperienza all’Inter, dopo una prestazione opaca: «Vado in un locale per festeggiare il compleanno di un amico, arrivano al tavolo degli ultras dell’Inter e uno mi tira uno schiaffo…». E riflette: «La mia felicità è la vita che ho sempre fatto e più sono felice più le mie prestazioni in campo sono buone».

Tra gli eccessi, anche le scommesse. «Una volta al casinò ho perso 200mila euro in una sola sera. Come mi sono sentito? Sperando che arrivi lo stipendio il mese dopo per riprenderli, io lo facevo per sentire l’adrenalina. Ho scommesso anche su siti illegali».

Il racconto arriva a gennaio 2025, quando viene scritto sui giornali che viene arrestato per traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sudamerica. «Io sono contro la droga, anche se mi hanno descritto come Escobar».

Infine, Nainngolan chiarisce il legame con Nasr-Eddine Sekkaki, fratello minore di Ashraf, noto trafficante belga: «Mi scambio dei messaggi con lui… e la polizia pensa che erano dei messaggi in codice per il traffico di droga, in realtà c’è stato uno scambio di soldi in prestito tra me e lui, ma la droga non c’entra e neanche i debiti di gioco. È un mio amico ma quello che fa nella vita è un problema suo, non mio…».

(Unioneonline)

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