Croce e delizia a Cagliari. Sparito dai radar del grande calcio dopo il passaggio alla Juventus. Fabian O'Neill, talento sublime che giocò nei rossoblù dal 1995 al 2000, oggi sbarca il lunario dando una mano nel bar "La Nueva Lata", a Montevideo.

“Non ho più nulla - dice lui in una lunga intervista al quotidiano uruguaiano El Pais - ho sperperato un patrimonio di 14 milioni di dollari, ho speso persino quello che non avevo”.

Oggi O'Neill ha 43 anni e vive a casa della suocera con la terza moglie e il figlio Favio, calciatore come lui.

È povero, ammette, ma felice. "Non mi dà alcun fastidio essere povero. Al contrario, oggi sono anche più felice perché sono circondato solo da persone vere che si aiutano a vicenda senza secondi fini”.

O'Neill ai tempi del Cagliari

Fabian ripercorre così la sua vita di eccessi, tra donne, alcol e scommesse sui cavalli. La parabola di un fuoriclasse mai sbocciato del tutto che Zinedine Zidane ha definito pubblicamente come il miglior giocatore che abbia mai visto sui campi di gioco.

Senza rimpianti: “Ho fatto sempre ciò che ho voluto e me la sono goduta. Le donne s’innamoravano del mio lato festaiolo e ubriacone, salvo poi volermi cambiare. Ma non è mai stato possibile, nessuno avrebbe mai potuto cambiarmi, nemmeno uno psicologo. Sono fatto così, ribelle e orgoglioso”.

Nel giugno dello scorso anno, ha subito un intervento chirurgico alla cistifellea. Avrebbe dovuto restare tre anni senza bere, ma l'astinenza è durata appena un mese.

O'Neill contro la Juventus

I migliori ricordi da calciatore? Nessun dubbio, a Cagliari. “Quando retrocedemmo in B ricordo che mi fermai sulla spiaggia e i tifosi mi gridarono ubriacone, dopo il ritorno in serie A li andai a cercare perché ricordavo i loro volti e quella volta facevano a gare per offrirmi da bere. Questo è il calcio e, sinceramente, non lo rimpiango affatto”.

Alla Juventus arrivò per una cifra vicina ai 20 miliardi di vecchie lire ma dopo un anno e mezzo di prestazioni imbarazzanti gli diedero il benservito. “Alla Juve non avrei potuto fare di più, c’era gente migliore di me e capii subito che sarei stata l’ultima ruota del carro. D’altra parte c’era un fenomeno come Zidane”.

Alcuni dicono che il figlio Favio, attualmente nelle giovanili del Nacional, sia più forte del padre "Quello che voglio è che lui studi molto, anzi moltissimo - dice Fabian -. Perché il calcio dura poco. Spero che faccia bene nel mondo del calcio, ma non chiederò mai soldi ad un bambino. Io devo dare qualcosa a lui, non chiedere. E se mi offrisse qualcosa, non la accetterei, perché sono molto orgoglioso. L'unica cosa che gli ho insegnato è che sia uomo. E che dica di essere mio figlio, così o lo uccidono o lo salvano".
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