«Gigi Buffon mi ha fatto innamorare del ruolo, dei guanti, delle responsabilità. E la Nazionale è il coronamento di un sogno che cullo fin da piccolo: ma è un punto di partenza e non di arrivo».

Così Elia Caprile racconta in un'intervista a Vivo Azzurro TV le emozioni della prima convocazione con l'Italia di Gattuso, che sarà in campo con Moldavia e Norvegia per le ultime due gare di qualificazione ai mondiali. Una convocazione che si è guadagnato meritatamente, a suon di parate, dimostrandosi in questo inizio stagione uno dei migliori portieri della Serie A.

«Sono arrivato qui con i sacrifici - dice il portiere del Cagliari, classe 2001 che a breve diventerà papà -. Non me l'aspettavo la convocazione, è stata una bella sorpresa e la prima a cui l'ho detto è stata la mia fidanzata».

Caprile parla del passato e definisce «fondamentale» l’esperienza al Leeds in pieno periodo Covid: «Mi ha aperto la mente, mi ha obbligato ad adattarmi a situazioni diverse, lingua nuova che non conoscevo, sono molto contento di averla fatta. Ricordo tutti gli allenatori che ho avuto, Nicola, Conte, ora Pisacane. Bielsa e quella prima convocazione in Premier League che non si dimentica».

Non lesina un passaggio sulla famiglia il portiere: «Senza i miei genitori non sarei la persona che sono, né il portiere che sono e non sarei arrivato in Nazionale». Caprile racconta anche la breve parentesi al Napoli e l'addio per accasarsi al Cagliari: «Io mi alleno per giocare, se non ho la partita soffro tanto, mi piacciono le responsabilità. Sono andato via da Napoli perché non vedevo uno sbocco per giocare, e sono felice di essere arrivato a Cagliari. Ho tanta strada da fare e tanto da imparare, non sono ancora nemmeno a metà del percorso».

Un’altra grande passione del portiere è il pianoforte: «L'ultimo periodo sto facendo fatica a suonare, la mia ragazza è incinta e presto diventerò papà. Sono giorni particolari perché dovrebbe nascere a breve ed è arrivata la convocazione in Nazionale, si chiamerà Edoardo e spero che aspetti qualche giorno. Sarò felice se sarò un bravo papà».

(Unioneonline)

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