25 ottobre 2015 alle 19:17aggiornato il 25 ottobre 2015 alle 19:35
Il camaleonte rossoblù, una squadra che cambia volto troppo spesso
Dire che ne combina di tutti i colori sarebbe esagerato. Sostenere che è un Cagliari che cambia volto, è un riscontro evidente sotto molti punti di vista. La vittoria rumorosa sul Trapani ha ridato il sorriso, allontanato le nubi più nere del pessimismo, ma non ha spazzato l’incoerenza di rendimento della squadra di Rastelli. Tanto operaia da non prendersi il rischio di attaccare a testa bassa con lunghi fraseggi. Tanto spietata da mettere in campo un attacco scoppiettante che senza perdersi in lunghe produzioni di gioco ha collezionato quattro gol e almeno altre tre occasioni per andare fino in fondo. L’adattamento del camaleonte cagliaritano è incoerente. In casa è l’habitat per far fuori qualsiasi preda. In trasferta nasconde le proprie virtù non riuscendo a far valere il tasso tecnico straripante. Contro i siciliani di Cosmi ha addirittura vinto con azioni di rimessa che sarebbero tipiche nei campi ostili, dove invece la profondità stenta a trovarla e la fantasia dei suoi uomini si smarrisce e diventa improduttiva. Per spazzare via le nubi del dubbio è necessario far punti anche fuori dalla Sardegna. Solo allora sarà un sorriso a denti smaglianti. Rastelli non ha paura di cambiare. Ha cercato nuovi assetti, è ritornato al modulo di partenza, ha rispolverato i vecchi ruoli per Joao Pedro e Farias e proposto il nuovo centrocampo con Di Gennaro e Fossati insieme. Ne hanno tratto vantaggio anche gli esterni. In particolare Murru che ha spinto crossando in modo convincente in tante occasioni e difendendo con maggiore sicurezza. Cambiare colore quindi non è peccato. L’importante che sia utile ad un Cagliari predatore e non ad un Cagliari preda degli avversari. Stavolta da Perugia ci si aspettano risposte convincenti
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