Il Cagliari ha 9 attaccanti ma segna solo Zito
In 8 partite 3 reti di cui 2 su azione con Luvumbo e il rigore di Nandez. Soltanto l’Empoli ha fatto peggioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Pavoletti, Petagna, soprattutto Luvumbo, Shomurodov, ma anche Oristanio, finalmente Desogus e Pereiro, prima o poi Lapadula e Mancosu. Una batteria di attaccanti pazzesca, almeno dal punto di vista numerico. Eppure, i problemi del Cagliari sono evidenti sotto porta. La squadra non sfrutta al meglio le situazioni che riesce a sviluppare, e a sopperire così agli errori difensivi o al divario tecnico/fisico/mentale con certi avversari. Ha segnato solo tre gol in otto partite, entrambi con Zito gli unici due su azione contro Bologna e Milan, entrambi inutili. Con un centrocampista, Nandez, il terzo dal dischetto, nell’ultima gara con la Roma (inutile anch’esso). Soltanto l’Empoli ha fatto peggio in Serie A con una rete appena, pesantissima, però, visto che ha consentito ai toscani di battere la Salernitana. Sarà un caso, ma i due punticini che anno in classifica i rossoblù, invece, li hanno conquistati senza segnare: 0-0 nel match d’esordio a Torino, 0-0 alla Domus con l’Udinese. Qualcosa non quadra. Sì, ma cosa?
Non basta Luvumbo
Gennaio è lontano, ma non troppo. E nella stanza dei bottoni le riflessioni sono all’ordine del giorno ogni giorno. C’è chi potrebbe andar via alla riapertura del mercato, magari più di uno per far posto a una punta più efficace. La stoccata di Ranieri a Shomurodov nel post Cagliari-Milan («si deve sbrigare perché tra un po’ spero di poter contare su Lapadula») non è stata solo figlia della delusione per la sconfitta o di una prestazione davvero misera. Le strategie fatte in estate dalla dirigenza insieme all’allenatore non pagano. Non ancora, almeno. E se il Cagliari non inizia a segnare con più frequenza, una risalita in classifica è impensabile. Così come è impensabile che la fase offensiva sia tutta sulle spalle dell’esordiente Luvumbo e frutto della sua esplosività (e imprevedibilità). Intanto perché a furia di tirare la carretta il giocattolo rischia di rompersi fisicamente per quanto a ventun anni non sembrano esserci limiti (e infatti ha dovuto saltare la partita con la Fiorentina e buona parte di quella con la Roma). Poi perché gli avversari ormai lo conoscono, lo temono, lo studiano e stanno iniziando a prendere le contromisure. E una squadra che deve salvarsi non può far leva su un solo attaccante, ha bisogno dei gol dell’intero reparto offensivo. Quello rossoblù, tra l’altro, offre di tutto e di più sulla carta. Esperienza, qualità, spregiudicatezza, cinismo. Eppure, tra infortuni più o meno previsti, ritardi con la preparazione e difficoltà di inserimento, il solo Luvumbo ha un senso là davanti e, oltre alle sue due reti, di concreto, c’è la traversa colpita da Oristanio contro l’Atalanta e poco più.
Le nuove aspettative
Petagna, Shomurodov e Pavoletti: all’appello mancano soprattutto i loro gol. L’uzbeko ha sfruttato malissimo i 308 minuti spalmati nelle prime otto partite. Anche i 278 collezionati dall’ex Monza sono stati sotto le aspettative. Idem i 172 del capitano, il meno impiegato sinora. Lapadula, atteso per fine novembre, è una speranza a cui aggrapparsi ma non una certezza. Cosi come la qualità di Mancosu, il genio (?) di Pereiro o il talento di Desogus, finalmente a disposizione come l’uruguaiano. Qualcosa da qui a gennaio dovrà pur succedere. E qualcosa poi cambierà.
Fabiano Gaggini