Intanto c'è la salvezza matematica, poi si vedrà. Con il punto con il Sassuolo e la sconfitta del Lecce di ieri, il Cagliari sale a più tredici sulla terzultima. E, con quattro gare da giocare, è irraggiungibile.

La permanenza in A non era certo in dubbio, ma era comunque solo virtuale. Ora lo dicono anche i numeri.

E se la conquista passa un po' inosservata perché il sogno era l'Europa, per le statistiche comunque l'anno scorso la certezza arrivò solo alla penultima di campionato con un pareggio a Genova. Mentre due stagioni fa il Cagliari rimase in bilico sino agli ultimi novanta minuti.

La squadra di Zenga ha eguagliato invece il risultato di Rastelli che nel 2016-2017 aveva conquistato la certezza della A battendo in casa il Pescara uno a zero con rete su rigore di Joao Pedro. Quell'anno il Cagliari aveva chiuso il campionato all'undicesimo posto con quarantasette punti. E questo, per le ultime giornate, potrebbe essere l'obiettivo, magari da battere, del club di Giulini.

Giovedì la trasferta a Roma. Ma la Lazio di luglio non è certo quella di qualche mese fa. Poi c'è l'Udinese alla Sardegna Arena, la gara in teoria più abbordabile di tutte. Alla penultima il Cagliari rigioca in casa, questa volta con la Juventus ed è un'incognita: alla squadra di Sarri potrebbero ancora servire punti per lo scudetto. Poi si chiude a Milano.

In queste quattro partite si costruisce anche il Cagliari del futuro.

Anche se molte scelte sono indipendenti da quello che succederà sino al 2 agosto: Nainggolan è dell'Inter, Pellegrini della Juve. Poi ci sono quelli di proprietà rossoblu che hanno molto appeal sul mercato: Cragno (che dovrebbe rimanere), Rog, Nandez, Joao Pedro e Simeone.

(Unioneonline/v.l.)
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