L’ha fatta grossa, Cristian Bunino. Ma se non l’avesse fatta così plateale, sarebbe rimasto un carneade del calcio, uno dei tanti che si sbattono tra un’area e l’altra nei campionati di Serie C.

Perché tale è l’attaccante del Lecco, squadra che rappresenta uno dei luoghi manzoniani per eccellenza.

A Piacenza, nel mitico “Garilli”, domenica si è fatto espellere prima ancora di entrare in campo per aver fatto la pipì a bordo campo. In un luogo appartato, è vero, ma mostrarsi davanti a quasi 2.500 spettatori non è decoroso, almeno così ha pensato l’arbitro.

L'allenatore del Lecco Luciano Foschi ai tempi dell'Olbia (Archivio)

Il match è di quelli che vale una stagione. E al 76’ Luciano Foschi, ex difensore della Lazio e vecchia conoscenza del calcio sardo, avendo calcato il prato del “Nespoli” e allenato per anni l’Olbia sia in Serie D che in C2, decide per il suo Lecco di inserire una terza punta per provare a vincere un match che non si schioda (e non si schioderà) dallo 0-0. Bunino, 26 anni, piemontese di Pinerolo, inizia il riscaldamento sapendo di dover entrare in campo da lì a qualche minuto.

All’improvviso, dalla fascia di riscaldamento, corre verso la Curva Sud, dietro la porta del Lecco, e si apparta per fare la pipì contro le grate, dove credeva di non essere visto.

Ma prima il guardalinee e poi l’arbitro decidono di non fargliela passare liscia. Espulso prima di fare il suo ingresso in campo. Ora sarà squalificato per un turno. Foschi allarga le braccia: il Lecco non va oltre il quarto posto. «È il regolamento e va applicato», ha detto l’ex tecnico dell’Olbia. «Ma speravo che la terna usasse il buon senso perché non ha offeso nessuno, nessuno l’ha visto». E il Piacenza, ultimo in classifica, ringrazia per il punto, forse insperato.

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