Abatantuono e il Milan sconfitto dal Cagliari di Riva: pioggia di critiche per gli “insulti” ai sardi
L’attore ricorda la sua prima volta a San Siro, espugnato 0-1 dai rossoblù: «C’erano i tifosi ospiti che ridevano con addosso dei vestiti grigio-Nuoro e i denti cariati». Sui social è buferaDiego Abatantuono (Ansa)
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«Sono entrato per la prima volta in occasione di un Milan-Cagliari. Ci misi un venti minuti per cercare di entrare in tempo e poi persi quattro minuti e venti secondi spesi in spinte, spintoni, dov’è che vuoi andare pirla, prima di riuscire a vedere il campo a colori. Peccato che Gigi Riva avesse segnato al quarto minuto esatto, risultato finale Milan-Cagliari 0-1».
Ricorda così Diego Abatantuono il suo primo ingresso allo stadio di San Siro, negli anni Settanta. Un racconto che, però, ha scatenato sui social una vera e propria bufera per i toni usati nei confronti dei sardi.
In un articolo per il Corriere della Sera l’attore ha preso posizione nella diatriba che da anni vede al centro il futuro del Meazza e che spacca i tifosi di Milan e Inter tra chi vorrebbe conservare lo storico “tempio del calcio” e chi, invece, vorrebbe che fosse sostituito da un impianto nuovo e moderno. «Teniamocelo stretto. Ha regalato colori, storie e miti», ha detto Abatantuono, schierandosi nella fazione dei “conservatori”.
Poi l’aneddoto sulla sua “prima volta” sugli spalti della Scala del Calcio e la delusione, per un milanista sfegatato come lui, di vedere i rossoneri battuti in casa dai rossoblù grazie a Rombo di Tuono.
«Così – aggiunge Abatantuono – al debutto, ho visto al massimo dei sardi che ridevano con addosso dei vestiti grigio-Nuoro e dei denti cariati grigi anche loro, abbinati a delle azioni inconcludenti del Milan. Ero contento lo stesso perché i sardi sorridenti erano più rari della figurina di Boranga. Parlavano – scherza – in un linguaggio misterioso che poi, si è saputo, era dialetto sardo».
Parole che, come detto, hanno scatenato polemiche. Sui social tantissimi utenti sardi hanno duramente criticato il racconto di Abatantuono, giudicato «offensivo», al di là dell’intento goliardico.
(Unioneonline/l.f.)