Ricorre oggi l’anniversario di una delle pagine più nere della storia del calcio: la tragedia del 29 maggio 1985, consumatasi allo stadio Heysel di Bruxelles, in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus.

Il dramma accade circa un’ora prima del fischio d’inizio: dopo una serie di tafferugli con la polizia, un folto gruppo di hooligans, i temibili e più violenti tifosi inglesi, sfondano il cordone delle forze dell’ordine e irrompono nel settore Z dell’impianto, dove sono sistemati i supporter bianconeri.

Si innesca il panico, con le persone che iniziano ad ammassarsi fino all’inverosimile, sugli spalti e contro un muro. Quest’ultimo, sotto l’enorme peso, alla fine cede. Ed è strage: muoiono 39 persone, di cui 32 di nazionalità italiana. Tra loro anche quattro sardi: il cagliaritano Giovanni Casula e suo figlio Andrea, Mario Spanu, emigrato di Perfugas, e Barbara Lusci di Domusnovas. I feriti sono più di seicento. 

Quel tragico 29 maggio Le immagini inquietanti del 1985 all'Heysel di Bruxelles. Si giocava la finale di Coppa dei Campioni: morirono 39 tifosi della Juventus. A sinistra, in alto, il ricordo allo stadio di Torino

La partita però non viene sospesa: le due squadre scendono in campo lo stesso. Ad alzare la coppa sarà la Juventus, con un gol - seguito da una quantomai surreale esultanza - di Michel Platini, che sigla il rigore (peraltro contestatissimo) del decisivo 1 a 0.

Ma il risultato sportivo, di fronte all’immane dramma, passa inevitabilmente in secondo piano. 

(Unioneonline/l.f.)

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