Crisi Dinamo, la società riflette: si torna sul mercato?
Settimana nera per il Banco di Sardegna, prima l’uscita dalla Champions, poi il ko a Treviso contro la penultima della classePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La settimana delle ambizioni stroncate. Prima l'uscita dalla Champions con la sconfitta nella bella di Cholet, domenica lo stop a Treviso contro la penultima della classe, perdendo pure il saldo canestri. E all'orizzonte della Dinamo c'è la trasferta di Milano e un calendario che propone più trasferte che gare al PalaSerradimigni.
A preoccupare maggiormente però è la mancata crescita della squadra. L'arrivo del play Jefferson ha prodotto effetti positivi ma da soli non bastano per dare solidità a un gruppo che ancora ha poche certezze e tanta fragilità psicologica. E lo stesso coach Bucchi nonostante qualche variazione nel quintetto (Kruslin ala piccola titolare, Charalampopoulos da "4" e McKinnie in panchina) non riesce a rendere solida e produttiva una squadra che difetta di atletismo in alcuni giocatori e di talento in altri, di entusiasmo in quasi tutti. L'accantonamento dell'alapivot Treier proprio durante le settimane di doppio impegno non è stata poi una gran mossa, perché ha accorciato le rotazioni.
Il presidente Sardara nel discorso di fine anno si era detto pronto a intervenire qualora la situazione restasse insoddisfacente. La dirigenza sta facendo una riflessione accurata a 360 gradi, e riguarda un po' tutti, perché i margini di manovra sono limitati economicamente e bisogna capire come dare una sterzata anche emotiva a un Banco di Sardegna che fatica a reagire come gruppo compatto.