Un olbiese all’Olbia con la fascia da capitano. Non accadeva da parecchio. Sarà anche per questo che alla vista di Luca La Rosa in campo domenica contro l’Aquila Montevarchi con la fascia al braccio più di un tifoso, al “Nespoli”, si sarà emozionato.

Il giovane olbiese. Senza contare la buona prova offerta nello 0-0 della 29ª giornata di Serie C dal giocatore, classe 1988, segni particolari la grande versatilità e una grinta da vendere e una bella gavetta alle spalle, dagli esordi nell’allora C2 con la maglia bianca, fresco 18enne, al calcio dilettantistico con altre casacche, vedi Calangianus e San Teodoro, ma anche con quella dell’Olbia in Eccellenza. Una piazza che La Rosa, figlio d’arte, ha ritrovato nel 2019 dopo aver riconquistato il professionismo con l’Arzachena.

La sua dedizione. Domenica La Rosa ha giocato in mezzo alla difesa. Sacrificato nel secondo tempo col cambio di modulo, ha lasciato comunque il segno, tanto che i 62’ giocati gli hanno guadagnato un posto nella Top 11 del girone B. Per un tecnico La Rosa rappresenta una garanzia in termini di impegno e di impiego, capace di giocare in difesa e a centrocampo, in mezzo come sulle fasce, interditore o regista. Poco importa. A lui interessa “solo giocare”, come ha ammesso in più di un’occasione. “Sono al servizio dell’Olbia: gioco dove mi mette l’allenatore”, è il suo credo. Un esempio di serietà professionale, dedizione alla causa e attaccamento alla maglia bianca che in una squadra che ha tanti giovani, anche olbiesi, non può che fare la differenza.

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