Sadali, il calcio dei valori: sacrificio, identità e passione
In Prima categoria, girone B, si distingue per risultati e mentalità la squadra che rappresenta il piccolo paese di 770 abitantiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Sadali è ormai una splendida realtà del calcio sardo. Rappresenta un piccolo paese di appena 770 abitanti e milita nel campionato di Prima Categoria (girone B). La squadra naviga stabilmente a metà classifica e, tra mille sacrifici, continua a distinguersi non solo per i risultati ottenuti, ma anche per i valori sportivi che riesce a trasmettere.
«In un contesto come Sadali – spiega l’allenatore Adamo Marci – pur essendo un piccolo paese cerchiamo sempre di mantenere la squadra con grande sacrificio, tanto lavoro e molta passione. Puntiamo a dare fiducia soprattutto ai giocatori del posto, accompagnandoli in un percorso di crescita graduale. È chiaro che a volte si può rischiare la retrocessione o salvarsi soltanto nelle ultime giornate, mentre in altre stagioni arrivano grandi soddisfazioni. Tuttavia è fondamentale investire in questi principi. Sono sacrifici che spesso vengono ripagati, soprattutto nei momenti di convivialità del terzo tempo: a Sadali, indipendentemente dal risultato, è un appuntamento che si svolge sempre con allegria e partecipazione. Questo deve essere lo spirito del calcio e dello sport in generale».
Sadali
Nel frattempo, nello stesso girone, si registra il ritiro del Santadi. «È sempre un grande dispiacere quando una squadra si ritira e abbandona il campionato – prosegue Marci – perché rappresenta una sconfitta per tutto il movimento sportivo. Oggi è sempre più difficile mantenere una società: le spese sono tante e riguardano sia i piccoli che i paesi più grandi. Ci sono sempre meno giocatori locali, che invece andrebbero maggiormente incentivati, anche accettando qualche sacrificio in più. Puntare sui ragazzi del posto permette di contenere i costi e di garantire continuità nel tempo. Purtroppo, però, molte società puntano esclusivamente al risultato immediato, spendendo cifre elevate anche in categorie come la Seconda o la Terza, per poi ritrovarsi senza risorse nei campionati successivi. Ed è proprio questo il problema che, troppo spesso, stiamo vedendo oggi».
