Strade da trovare anche in situazioni intricate e raffiche di vento da sfruttare a proprio vantaggio. «Migliorare le prestazioni dell’atleta, raggiungere gli obiettivi prefissati, gestire al meglio la gara, recuperare da un infortunio»: la psicologia applicata allo sport spiegata da Gianna Manca, professionista con studi a Oristano, Sassari e Cagliari e tanto lavoro. Perché la mente in tutti i campi, anche e forse soprattutto nell’attività fisica di altissimo livello, è fondamentale per «raggiungere la condizione ottimale».

Di cosa si occupa uno psicologo dello sport?

«Lavoriamo su diversi ambiti. Il principale è incentrato sul miglioramento della prestazione dell’atleta. Individuiamo i loro punti di forza e le aree di miglioramento, poi cuciamo insieme con loro un vestito su misura per star bene in gara. È un lavoro complesso. Richiede un bel po’ di pazienza e di progettualità».

Perché inserire uno psicologo dello sport nello staff di una squadra di calcio?

«È una sorta di monitoraggio costante di quel che succede in campo e fuori, tenendo il gruppo il più possibile coeso per fargli trovare uno spazio che lo faccia sentire bene e possa essere fonte e motivo per migliorare la propria prestazione».

Lei è anche la referente del Settore giovanile e scolastico della Sardegna.

«In questi anni abbiamo offerto un supporto e un sostegno alle società sportive. I settori giovanili sono ambiti che vanno potenziati tantissimo. Per farlo serve studiare e non pensare che basti essere stati buoni calciatori per lavorare con i ragazzi».

Come sta lo sport sardo?

«In Sardegna servirebbe un investimento su strutture e professionalità. È una cultura che da noi manca, in tanti ambiti. Il tentativo delle figure come la mia è alzare l’asticella per provare a essere i fautori di queste rivoluzioni, culturali ed economiche».

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