Lanusei, rabbia e orgoglio dopo la retrocessione
Arras: “Sono stati sette anni formidabili, ripartiamo con l’atteggiamento più consono che deve scaturire da una sconfitta sportiva, cioè la voglia di rivalsa”Daniele Arras, a destra, durante la presentazione del tecnico Oberdan Biagioni (foto Roberto Secci)
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Calcisticamente la retrocessione è un risultato atroce. Lo è ancora di più dopo sette anni in Serie D e con una serie di occasione mancate per salire sulla scialuppa di salvataggio passata più volte sotto il naso.
La ripartenza. Il Lanusei, il giorno dopo l’amaro verdetto del campo, riaccende la luce e, attraverso il suo presidente, Daniele Arras, rilancia. «Sono stati sette anni formidabili per il calcio del nostro territorio e per la nostra società. Poter rappresentare Lanusei e l’Ogliastra attraverso lo sport è un motivo d’orgoglio che ci portiamo dentro, ricordando i momenti più esaltanti alla ribalta della cronaca sportiva e non solo, ma anche le difficoltà e gli ostacoli affrontati che costituiscono la base delle competenze acquisite e del valore della realtà sociale che si chiama Lanusei calcio. Questo momento deve essere vissuto come un’opportunità di crescita e di spunto per migliorare ancora e affrontare con più forza e consapevolezza le sfide della competizione sportiva e del ruolo sociale che ci caratterizza, che ci hanno sempre visti partire da posizioni oggettivamente svantaggiate e competere ad armi pari con realtà ben più strutturate e dotate di noi».
Pensieri rivolti al prossimo campionato. A Lanusei si mastica amaro, ma è già ora di pensare al domani. Ovvero all’Eccellenza, campionato in cui il club è ripiombato dopo la sconfitta di Cassino. «Ripartiamo con l’atteggiamento più consono che deve scaturire da una sconfitta sportiva: la voglia di rivalsa, la determinazione a migliorarsi e raggiungere sempre risultati migliori. Questa è la mentalità che contraddistingue il Lanusei calcio e che chiediamo venga condivisa da tutti coloro che, in questo momento, volessero apportare energia, idee, entusiasmo e voglia di applicare attraverso lo sport i valori di contributo, partecipazione, socialità e solidarietà che contraddistinguono una comunità di valore.
I ringraziamenti. In questa occasione così particolare, tengo a ringraziare con molto affetto chi ha lottato fino all’ultimo per difendere i nostri colori, in primis il direttore generale e il direttivo societario che, insieme ai soci, hanno sostenuto il lavoro della squadra che ha venduto cara la pelle, nonostante le oggettive difficoltà». Arras conclude incitando i ragazzi del settore giovanile: «Che questo sia un momento concreto per apprezzare il più profondo significato della sconfitta sportiva: fare i conti con noi stessi, per aiutarci ad essere donne e uomini ancor più capaci di affrontare le sfide e le opportunità che lo sport, come la vita, ci porranno davanti».