Sono rientrati solo questa mattina dirigenti e giocatori del Taloro, impegnati ieri a L’Aquila per la gara di ritorno dei playoff nazionali di Eccellenza.

Un viaggio difficile. “Il pullman ha fatto guasto e abbiamo perso l’aereo”, racconta il presidente rossoblù, Mathias Urru. “Abbiamo trascorso la notte in aeroporto prendendo il primo volo i questa mattina”. Accolto dai suoi tifosi orgogliosi della prestazione in terra abruzzese nonostante l’eliminazione.

Il rammarico. “Abbiamo vissuto un sogno”, continua Urru. “Usciamo a testa alta da questa doppia sfida. Gli episodi non sono stati dalla nostra parte ma nessun rammarico. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Ora bisogna tenere i piedi saldi a terra perché il prossimo campionato sarà durissimo. Dalla Promozione sono salite squadre blasonate”. 

L’attacco. Pesanti le parole del tecnico de L’Aquila, Sergio Lo Re in conferenza stampa: “il terzo tempo c’è stato fatto perché il Taloro doveva giocare qua. Hanno fatto una caccia all’uomo tutta la partita. All’andata Romanucci è stato morso al collo da uno di questi animali”.  Il presidente Urru ci tiene e distinguere il comportamento della società abruzzese da quello del suo allenatore. “La società è stata splendida. Ci ha dato un aiuto enorme per l'organizzazione della logistica e fatto passare una splendida cena con dirigenti e tifosi dove ci siamo potuti raccontare le nostre reciproche realtà”.

La replica di Urru. Per quanto riguarda le parole di Lo Re. “Non credo si possano definire animali un gruppo di giocatori e tecnici per una partita di calcio. Una persona che non ha niente a che fare col calcio. Potrà anche avere dei successi a livello sportivo, anche se non è detto, ma sicuramente non guadagnerà il rispetto e la stima degli addetti ai lavori. Per quanto detto in merito al terzo tempo è un’offesa mortale. E’ sacro, un simbolo di ospitalità e rispetto per chi viene da noi. L’abbiamo sempre fatto. Probabilmente ha dei limiti e non capisce. L’opinione pubblica”, chiude Urru, “l’ha già condannato”. 

  

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