Gianfranco Antonazzo, il grande portiere di Piazza Giovanni
Nel 1975 preferì il lavoro in banca alla Roma di LiedholmNella foto Antonazzo al Sant'Elia durante un'amichevole tra Cagliari e Gialeto (foto concessa.
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Parlare di Gianfranco Antonazzo è immergersi nel calcio di una volta, quello tutto sudore e terra battuta, perché in Sardegna di campi in erba sino a quasi tutti gli anni 80 ce n'erano ben pochi.
Nel cagliaritano il Sant'Elia, l'Amsicora, quello di Guspini e pochissimi altri. In questo contesto essere un portiere era quasi impresa temeraria. Eppure i numeri 1 bravissimi in Sardegna non mancavano. Ecco perché è impossibile non ricordarsi di Gianfranco Antonazzo, classe di ferro 1951. Un estremo difensore di gran fisico, temperamento e senza punti deboli, insuperabile in uscita. Comincio a "buttarsi" nel cemento di piazza Giovanni a Cagliari, vicino a casa sua, in via Todde. Neanche adolescente, lo prese in squadra un ciabattino del quartiere: il mitico Primo Rossi. A 14 anni (1975) il passaggio alla Ferrini. Subito l'esordio a Guspini."Fini 0-0 - racconta Antonazzo -. Quindi non presi gol. Alla fine il loro grande portiere, il cagliaritano Gianfranco Santus, venne a farmi i complimenti". Dopo 5 anni di Ferrini la grande esperienza a Quartu Sant'Elena in serie D. Mentre militava nei biancoverdi l'episodio più rilevante della sua carriera (1975). Che basta per spiegarne in pieno il valore."Mi chiama la Roma di Nils Liedholm - puntualizza l'ex portiere -. Rimango una settimana con loro e gioco titolare a Marino in amichevole. Insieme a gente come Picchio De Sisti, Agostino Di Bartolomei, Pierino Prati e Bruno Conti. Vinciamo 7-2 ma io, che giocai il primo tempo, non prendo gol".
È fatta. Liedholm lo vuole. Dice anche ai più intimi."Lo metto in panchina e alla prima occasione lo butto dentro". Antonazzo deve partire in ritiro con i giallorossi. Ma arriva un'altra chiamata."Si, quella del Banco di Roma - precisa lui -. Mi assumono, ho famiglia ma da 4 mesi sono disoccupato. Ho optato per la banca. Ancora oggi mi chiedo se sia stata la scelta giusta. Ma la risposta non la so. È andata così e basta".
Gianfranco Antonazzo continua a strabiliare le platee sarde. Dal Quartu, dove rimane 8 anni (chi non ricorda le grandi sfide del Rosas?) passa al Tortolì, solo per una stagione. Quindi la Gialeto di Serramanna, che con lui vive il momento migliore in onorevoli stagioni di serie D. Dopo 8 stagioni con i rossoverdi il Dolianova. Chiude a 42 anni nel Serramanna, la seconda squadra della ridente cittadina agricola del Campidano.
Ora Gianfranco Antonazzo è nonno. Vive sempre nella sua amata Cagliari e segue naturalmente il calcio. Quello suo, di tanti suoi amici e compagni che lo stimano, rimane un dolce ricordo. Irripetibile come quei tempi gloriosi.