Dopo tre anni e mezzo intensi a Uta, fatti di responsabilità, leadership e risultati, Pietro Aretino cambia maglia e riparte da una nuova avventura. Il difensore centrale classe ’92 è uno dei nomi più importanti tra le uscite recenti del club biancoverde, che nelle ultime settimane ha visto partire diversi protagonisti del ciclo sportivo precedente. 

Per Aretino si chiude un periodo significativo della sua carriera: a Uta era diventato una figura di riferimento nello spogliatoio, un punto fermo dell’assetto difensivo e una presenza costante nelle stagioni che hanno portato la squadra a fare il doppio salto dalla Seconda Categoria alla Promozione. Il legame con l’ambiente e con i compagni era forte, ma la scelta di voltare pagina è maturata con convinzione.

Il centrale è approdato all’Atletico Cagliari, realtà ambiziosa della Promozione con cui ha già debuttato e calcato in campo nelle ultime tre partite (a Jerzu e Selargius in trasferta, contro il Guspini in casa). A favorire questo trasferimento ha pesato anche la presenza in panchina di Carlo Saba, tecnico che in passato – ai tempi dell’esperienza in biancoverde – aveva sempre dimostrato grande fiducia nelle qualità di Aretino, considerandolo un elemento chiave del progetto tecnico.

Nonostante la partenza da Uta, tramite una lettera, Aretino ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine nei confronti della sociteà e dei tifosi. Un breve estratto: «Di questi splendidi tre anni e mezzo mi porterò dentro tutto: le risate, le vittorie, le (poche) sconfitte, i record raggiunti, i cori cantati a memoria, i campionati vinti e la salvezza miracolosa dello scorso anno. Ricorderò il gol con lo Jerzu allo scadere e quelli della fine dello scorso anno che hanno contribuito alla permanenza in Promozione. Ma, più di tutto, porterò con me le persone: amici, fratelli, compagni di squadra e di vita. Continuerò a venire a Uta (se mi vorrete ancora) e mi piace pensare che questo non sia un addio, ma solo un arrivederci. Spero davvero che le nostre strade si incrocino ancora - magari in campo, magari da avversari, magari un domani di nuovo insieme - ma sempre con lo stesso rispetto e affetto di sempre, come uomini e come sportivi. Sono arrivato in silenzio con tanta umiltà: vado via sempre in silenzio e con la mia solita umiltà ma da vincente e con il cuore pieno di gratitudine per aver incontrato persone come voi».

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