Uno sguardo alternativo verso le più moderne tecnologie, e su come esse siano capaci di cambiare il nostro avvenire, celebra l’atteso ritorno di una delle saghe sci-fi più iconiche del cinema. “Tron: Ares” chiude la trilogia di un percorso cominciato nel lontano 1982 col primo e indimenticabile “Tron” - oggi riconosciuto tra i cult più rappresentativi dell’epoca - e proseguito nel 2010 col sequel “Tron: Legacy”.

Con protagonista l’acclamato Jared Leto e un cast di nomi importanti, tra cui Evan Peters, Gillian Anderson e l’irrinunciabile Jeff Bridges, il terzo capitolo di “Tron” punta a mantenere alto il nome del franchise, aggiornandone la formula per renderla conforme ai gusti odierni e mantenendo in primo piano - come da tradizione - l’utilizzo di elementi visivi all’avanguardia. L’obiettivo è ancora una volta quello di confermarsi pioniere nell’uso della computer grafica, senza però perdere di vista l’ambientazione virtuale emblematica che ha reso inconfondibile la saga.

Diretto da Joachim Rønning e basato su una sceneggiatura di Jesse Wigutow e Jack Thorne, il film si concentra sulla figura di Ares, un software incredibilmente avanzato sviluppato da una società nota come Griglia. Il programma, tuttavia, non si limita alle normali operazioni per cui è stato progettato, ma possiede un’intelligenza artificiale evoluta che lo ha portato a sviluppare una vera e propria coscienza. La sua missione nel mondo reale - per le implicazioni etiche e filosofiche legate allo sviluppo delle IA - sfocia in una guerra, con gli umani in seria difficoltà nel fronteggiare un super soldato tanto agguerrito, e con l’avanzamento tecnologico che si configura ormai come una seria minaccia per la loro sopravvivenza sul pianeta.

Uscito nelle sale italiane lo scorso 9 ottobre, “Tron: Ares” ha registrato, purtroppo, un’apertura al box office piuttosto deludente rispetto alle previsioni: gli incassi negli Stati Uniti segnano un debutto di appena 33,5 milioni di dollari in 4.000 sale, con una media per sala di 8.375 dollari. Dati lontani dalle stime iniziali, che oscillavano tra i 40 e i 50 milioni, rendendo più difficile la risalita per coprire le spese di produzione, attestate intorno ai 180 milioni. La situazione non appare molto più incoraggiante a livello globale, dove il totale si aggira di poco sopra i 60 milioni. In merito, Variety ha commentato: “Quello di Tron: Ares è un inizio debole, persino per un franchise che ha cinquant'anni e non è mai stato un colosso commerciale”.

Anche sul fronte della critica il titolo non sembra aver soddisfatto appieno le aspettative: con un punteggio attuale del 55% su un totale di 197 recensioni, “Tron: Ares” pare esser stato penalizzato dai numerosi problemi di sviluppo e dai continui ritardi che hanno rimandato le riprese per anni. Con l’avvio dei lavori inizialmente previsto per il 2023, i successivi scioperi di attori e sceneggiatori hanno portato rapidamente alla sospensione del set e al licenziamento di oltre 150 membri della troupe, generando una situazione complessiva che lo stesso Rønning ha definito “estremamente frustrante”. Si è dovuto attendere fino all’inizio del 2024 per la ripresa effettiva dei lavori, una volta concluse le questioni sindacali.

In qualità di protagonista, Jared Leto è intervenuto in un’intervista a GamesRadar+ per descrivere la complessità e l’enigmaticità del suo personaggio, paragonandolo a una sorta di samurai del futuro, dotato di precisione e compostezza: “Ares è tutto efficienza, lo immagino come un samurai stoico. Sai, nessun gesto sprecato?”.

Sul lavoro compiuto per renderlo concreto e verosimile, ha aggiunto: “In un certo senso è più facile quando hai molto su cui lavorare, ma qui ho dovuto scoprire il personaggio da zero. Non è molto espressivo e probabilmente non è il tipo che parla dei propri sentimenti, almeno all'inizio del film, ma poi intraprende un viaggio. Comincia ad aprirsi. È stato davvero divertente. L'ho trovato molto stimolante”.

Sull’impatto che l’intelligenza artificiale ha ormai nella quotidianità, e sui suoi possibili sviluppi, anche Gillian Anderson ha espresso il suo parere in una passata intervista: “Ci sono molte aree in cui stiamo scoprendo che l'intelligenza artificiale è fondamentale. Ma penso anche che ce ne siano altre in cui ci supererà in tanti modi diversi, in cui finiremo per non poter contare su nulla. Come succede nel film con il personaggio di Jodie, Athena”.

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