Fresco d’uscita nelle sale italiane, l’attesissimo “The Wicked - Parte 2” sta già infiammando la stagione natalizia, proseguendo la trama del campione d’incassi “Wicked” e preparandosi a un confronto diretto con gli straordinari valori qualitativi del suo predecessore. Diretto ancora una volta da Jon M. Chu e adattato per il grande schermo da Winnie Holzman e Stephen Schwartz, che riprendono libretto e musiche originali dell’omonimo musical di Broadway, il titolo - prequel insieme a “Wicked” del classico del 1939 “Il Mago di Oz” - chiarirà come le protagoniste Elphaba e Glinda siano diventate rispettivamente la Perfida Strega dell’Ovest e la Buona Strega del Nord, portando ulteriore attenzione sull’intensità del loro legame emotivo.

Dopo aver sfidato il regime totalitario fondato sugli inganni e sulle malefatte di Oz, Elphaba è costretta a isolarsi nei boschi per continuare la battaglia in difesa degli animali parlanti. Nel frattempo, Glinda viene riconosciuta come protettrice e benefattrice dell’intero regno, ma nella sua Città di Smeraldo soffre segretamente la separazione dalla sua compagna. Nel fare i conti con una folla inferocita, le streghe si confronteranno ancora una volta, trovandosi a scegliere tra salvare la propria amicizia o preservare le sorti del reame.

In concomitanza con il giorno di debutto in Italia, sul sito Rotten Tomatoes è apparso l’indice di gradimento basato sui primi giudizi della stampa. Da quanto è possibile constatare, “Wicked - Parte 2” presenta al momento dell’uscita una percentuale del 73% su una base di 55 recensioni: un risultato che non può dirsi pienamente positivo e che soprattutto indica un netto calo rispetto all’88% del primo film. Al di là dei freddi numeri, i critici sembrano tuttavia aver apprezzato la produzione - vistosa ed eccentrica come pochi altri esempi - e le performance ancora una volta impeccabili di Erivo e Grande. Più convinto sembra invece il parere del pubblico, pur basandosi al momento su previsioni potenzialmente falsate, poiché i dati evidenziano che i primi spettatori sono stati soprattuto i fan dell’opera originale. Bisognerà quindi attendere ancora un po’ per capire come il film verrà recepito anche da parte del pubblico mainstream.

Nel frattempo, “Wicked - Parte 2” ha già stabilito un nuovo record negli Stati Uniti: con ben 30.8 milioni di dollari ottenuti dalle sole prevendite, il film registra il miglior risultato del 2025 nei giorni che precedono l’uscita in sala. Il merito va anche alle proiezioni in anteprima organizzate insieme ad Amazon Prime, che hanno permesso al titolo di superare gli ottimi risultati del precedente “Superman”, fermatosi a 22.5 milioni.

Intervistato durante le anteprime, il regista Jon M. Chu ha chiarito subito che l’amore, inteso come forza rivoluzionaria, è il tema centrale che distingue questo nuovo capitolo da quello precedente: «La nostra empatia e il nostro amore sono sempre stati la più grande rivoluzione. È l'unica cosa più potente dell'odio e del rancore. E di solito l'odio e il rancore provengono da persone potenti che cercano di tenere soggiogati gli indifesi».

A rendere possibile un risultato così soddisfacente è stata - secondo il regista - la scelta di perseguire un’idea precisa prima ancora che un obiettivo al box office. Ciò ha permesso al sequel di mantenere inalterata la sua anima, fondandosi unicamente sulla forza delle sue premesse: «Quando sei un narratore che ama il proprio pubblico, cerchi comunque un po' di approvazione. È ciò che rende questo mestiere diverso dagli altri: spendi un sacco di soldi per fare un film, qualcuno deve pur guardarlo. Ma paradossalmente, facendo oscillare tutto questo progetto, sembrava quasi di girare un film indipendente, perché non c'era un risultato immediato da raggiungere. Non dovevamo attendere una convalida: dovevamo credere in ciò che stavamo facendo».

E sugli inevitabili ostacoli incontrati lungo il percorso, con uno sguardo rivolto alle nuove generazioni, ha aggiunto: «Sapevamo che ci sarebbero state delle difficoltà, ma dovevamo rimanere concentrati e ricordarci: questa è una cosa più grande di noi. Stiamo proponendo così tante idee, così tante riflessioni... Davamo vita alle storie che ci venivano raccontate da piccoli. E ora che sono padre, sento la responsabilità verso i figli: quali storie vogliamo lasciare loro? Quanto cinica vogliamo che sia questa generazione? Vogliamo che credano nei grandi sogni in cui abbiamo creduto noi, ma forse anche avvertirli: non è tutto così facile come sembra nelle fiabe».

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