Il tema è forte e sempre attuale: i tumori che hanno colpito alcuni soldati che si sono esercitati nei poligoni militari in Sardegna. Quattro di loro, in fase terminale, diventano rapinatori di banche nei piccoli borghi isolani perché lo Stato gli ha negato il risarcimento. È la storia alla base di “Quello che è mio”, cortometraggio del regista e sceneggiatore sassarese Gianni Cesaraccio già autore degli apprezzati “Valerio” (vincitore di Visioni Sarde 2020) e “Noi siamo il male”.

Prodotto da Fabio Donatini e Chiara Nicoletti per Zarathustra Film, in collaborazione con Terra de Punt di Tore Cubeddu, “Quello che è mio” nasce da un’idea dell’attore Marco Bullitta (protagonista recentemente del film “Il Muto di Gallura” di Matteo Fresi), anche tra gli interpreti principali del corto insieme a Vanni Fois (attore con alle spalle una carriera ricca di collaborazioni con grandi registi come Pupi Avati e Antonello Grimaldi), Roberto Fara (per molti anni nel gruppo comico Pino e gli anticorpi con i quali ha girato il lungometraggio “Bianco di Babbudoiu”), Davide Tassi (autore di spettacoli teatrali come “Volevo essere Pantani” e di recente nel cast del film ”Governance - Il prezzo del potere” di Michael Zampino).

Il cortometraggio è stato girato tra Giave, Nulvi, il lago di Cuga a Uri e Sassari nell’estate di due anni fa, ma a causa di problematiche di vario genere (a partire dal Covid) è ancora nella fase di post-produzione. Da qui l’idea di lanciare una campagna di crowdfunding che punta a chiudere il budget per la finalizzazione del film e la sua distribuzione. Una parte dei fondi raccolti con questa campagna andranno all’associazione di oncologia Mariangela Pinna.

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