Un progetto di dimensioni imponenti, per scala produttiva e ambizioni artistiche, segna il ritorno al cinema di Russell Crowe in “Nuremberg”. Il film, ispirato alle fasi cruciali del processo di Norimberga, scritto e diretto da James Vanderbilt, ha richiesto ben tredici anni di gestazione prima di arrivare a una forma definitiva. Dopo l’anteprima al Toronto Film Festival e le voci, diffuse tra i media, che parlano di Crowe come possibile candidato agli Oscar, il titolo si prepara a debuttare il prossimo 7 novembre, come ricordato anche dal trailer ufficiale che illustra alcuni momenti centrali della trama, tra cui l’arresto dei gerarchi nazisti da parte delle forze alleate di Russia, Francia, Regno Unito e Stati Uniti.

Il dramma post-bellico è tratto dal libro di Jack El-Hai “Il nazista e lo psichiatra”, che pone al centro la figura del tenente colonnello Douglas Kelly, psichiatra militare americano tra i primi a giudicare gli imputati nel corso del processo, interpretato nel film da Rami Malek. Ulteriore rilievo assume la figura controversa dell’ufficiale Herman Göring, seguace e braccio destro di Hitler, divenuto leader di più alto rango del Terzo Reich subito dopo il suicidio del Führer, e che vedremo nei panni di un irriconoscibile Russel Crowe. Nel cast stellare che affianca i due protagonisti troveremo anche Michael Shannon, Leo Woodall, Richard E. Grant, John Slattery, Mark O'Brien, Colin Hanks, Lydia Peckham e Wrenn Schmidt.

Sebbene per Crowe possa segnare un ritorno d’immagine come non si vedeva da tempo, sembra tuttavia che una parte consistente della critica non abbia accolto positivamente la pellicola. Ciò emerge in particolare dalle prime recensioni pubblicate sul sito Rotten Tomatoes, che al momento indicano un punteggio complessivo del 50% di gradimento. Un risultato non propriamente entusiasmate, che vedremo se cambierà con l’arrivo di nuove opinioni dopo l’uscita ufficiale.

Durante l’International Toronto Film Festival svoltosi lo scorso settembre, Crowe e Vanderbilt hanno spiegato più nel dettaglio le difficoltà incontrate durante la produzione. Innanzitutto, Crowe ha accennato all’altissimo grado di concentrazione richiesto agli attori nel corso delle riprese: “Abbiamo recitato come se dovessimo entrare in un saloon del West in cui ogni persona nella stanza è un pistolero. Tutti aspettano e sono disposti a fare ciò che devono fare per assicurarsi di restare vivi fino a fine giornata. L'energia sul set era entusiasmante”.

A seguire, il regista ha rivelato di esser rimasto ossessionato dal progetto per più di un decennio, impegnandosi, fra le altre cose, a trovare gli interpreti adatti e i fondi necessari: “Volevo creare un'opera senza tempo, simile ai grandi thriller storici con cui sono cresciuto come JFK, Apollo 13 e Glory, film che trattano argomenti molto seri ma sono anche divertenti. Così abbiamo intrapreso un viaggio emozionante. Era davvero importante per me realizzare bene quella parte. Ed era davvero importante per me cogliere tutti gli elementi storici. Ci ho messo un sacco di tempo prima di mostrarlo a qualcuno. E poi è arrivato Russell Crowe, subito dopo aver interpretato Roger Ailes. All'inizio era indeciso. Era un film difficile da realizzare e abbiamo rischiato un paio di volte lo stop definitivo. Ma lui ha resistito”.

Intervistato in un’altra occasione insieme al collega Michael Shannon, Crowe ha voluto soffermarsi sulle scene del processo, che hanno regalato alcuni dei momenti più emozionanti di tutto il lavoro: “Probabilmente è stata una delle giornate più difficili, emozionanti e intense che abbia mai passato su un set cinematografico. Io e Michael ci conoscevamo da L'uomo d'acciaio. La scena in tribunale era originariamente programmata per essere girata in quattro giorni. Io e Michael abbiamo discusso del fatto che non sembravano esserci punti di interruzione naturali. La scena era scritta come un duello, una sequenza di combattimento con concetti e filosofie come armi. Abbiamo parlato con Jamie e abbiamo proposto l'idea di interpretarla così com'era scritta. Diciassette pagine in un giorno!”.

E sottolineando quanto sia insolito, nelle normali procedure di lavorazione, accogliere iniziative di questo tipo, ha aggiunto: “Nessuna casa di produzione responsabile pianificherebbe sensatamente di affrontare un conteggio di pagine simile in un solo giorno. Per quanto fosse entusiasta della nostra proposta, credo che Jamie abbia scherzato dicendo che girare diciassette pagine in un giorno non è umanamente possibile. Io ho risposto impassibile che io e Michael veniamo da Krypton”.

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