“L’appuntamento” e, in chiusura, una nota lunga di “Senza fine”: sono i due brani che Paolo Fresu, molto emozionato, ha suonato al funerale di Ornella Vanoni nella chiesa di San Marco, a Milano, gremita di persone.

Un lungo applauso ha accolto l’arrivo della bara.

Commovente l’omelia di padre Luigi Garbini: «Il suo linguaggio è stato universale, le canzoni sono come i lumini di questa chiesa che ci rappresentano anche quando non ci siamo. La storia di Ornella è la nostra storia personale e di tutta Italia».

«La fine che viviamo oggi è in realtà un inizio – ha detto ancora -. Ornella si prepara a una notte di serenità. In un film di Zurlini Ornella cantava "Domani è un altro giorno" e c’era tutta la bellezza del suo saper regalare amore. Ornella era un’artista sincera che ha parlato senza filtri della sua depressione. La malinconia pervadeva le sue canzoni ma c’era anche tanta ironia. I suoi testi ci appartengono perché sono spirituali e quotidiani allo stesso tempo». 

Dopo l’omelia Paolo Fresu, con la sua tromba, ha inondato la chiesa con le note di “L’appuntamento”, che la cantante gli aveva chiesto, sei anni fa, di suonare al suo funerale. Poi la coda: senza fine. 

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