Sbarca nell'Isola Lucrezia Lante della Rovere con “La divina Sarah” di Eric-Emmanuel Schmitt, da “Memoir” di John Murrell, nella traduzione italiana di Giacomo Bottino, un affascinante ritratto d'artista che racconta la vita movimentata, la folgorante ascesa e l'intensa carriera di Sarah Bernhardt, leggendaria attrice francese, ammirata e applaudita anche oltre oceano.

Dopo la prima regionale di ieri a Sassari, debutto entusiasmante con il pubblico delle grandi occasioni, la celebre e amatissima interprete del teatro e del cinema italiano, con una vastissima carriera anche nel piccolo schermo e premi prestigiosi tra cui il Premio Flaiano, il Taormina Film Fest, il Roma Film Fest e la Medaglia D'Oro “Maison des Artistes”, arriva a Cagliari questa sera, mercoledì 1, fino al 5 marzo, tutti i giorni alle 20.30 e la domenica alle 19, al Teatro Massimo, per la Stagione de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna presieduto da Antonio Cabiddu.

Una recita pomeridiana straordinaria, viste le tantissime richieste del pubblico, è in programma venerdì 3 marzo alle ore 16.30 mentre l’incontro con gli artisti sarà domani, giovedì 2, alle 17.30 nel Fuaié del Teatro Massimo di Cagliari: Lucrezia Lante della Rovere e l’altro protagonista, Stefano Santospago, racconteranno la pièce in una conversazione con la giornalista Claudia Sarritzu.

Lo spettacolo, diretto dal regista Daniele Salvo nella produzione Palcoscenico Italiano con le scenografie di Alessandro Chiti, i costumi di Martina Piezzo ed il disegno luci di Giuseppe Filipponio, è uno degli appuntamenti più attesi del cartellone firmato dalla direttrice artistica Valeria Ciabattoni.

Una mise en scene che fotografa il “crepuscolo fiammeggiante” di un'attrice che ha ammaliato con il suo carisma e con il suo talento le platee del vecchio e del nuovo continente: una diva immortale, trasgressiva e libera, indimenticabile protagonista delle grandi eroine classiche e contemporanee, ma capace di cimentarsi anche in ruoli maschili, come in una famosa versione dell'“Amleto” di William Shakespeare.

La commedia dolceamara, in cui l'ironia pungente e le battute graffianti fanno da contrappunto e da antidoto all'idea malinconica della fine imminente, in contrasto con un'inesauribile desiderio di vivere e gustare appieno ogni istante, fino all'ultimo, ripercorre, sul filo dei ricordi, l'esistenza avventurosa e movimentata della giovane parigina, protetta dal Duca de Morny, fratellastro di Napoleone III, che esordì nella Comédie-Française, per poi approdare all'Odéon.

L.P.

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