Tutto pronto a Milano per la Prima della Scala, l'appuntamento che dà il via alla stagione del Teatro e sancisce simbolicamente l'inizio del periodo natalizio nel capoluogo lombardo.

La scelta quest'anno è caduta sull'Andrea Chénier, del compositore foggiano Umberto Giordano, che fu la prima assoluta alla Scala nel 1896 e riscosse un grandissimo successo con la sua storia di amori e rivoluzioni in salsa francese.

L'opera lirica, che non va in scena da 32 anni, è diretta da Riccardo Chailly con la regia di Mario Martone.

Non mancheranno all'appuntamento i volti noti dell'imprenditoria, della finanza e dello spettacolo. Per il secondo anno consecutivo, però, la politica darà forfait: non ci saranno né il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, né il premier Paolo Gentiloni. Assente anche il presidente del Senato Pietro Grasso.

Nel palco reale siederanno, con il sindaco Giuseppe Sala e con il presidente della Regione Roberto Maroni, il ministro della cultura Dario Franceschini, il ministro per la coesione territoriale Claudio De Vincenti, il sottosegretario Maria Elena Boschi e il prefetto Luciana Lamorgese.

Lo spettacolo sarà poi proiettato nella rotonda del carcere di San Vittore e nei luoghi simbolo della città (dalla Galleria Vittorio Emanuele al Teatro dal Verme, fino all'istituto penitenziario per minorenni Cesare Beccaria e alla Casa dell'Accoglienza Enzo Jannacci).

LE PROTESTE - Come ogni anno, l'evento è stato accompagnato anche da proteste: "Il 7 dicembre trasformeremo piazza della Scala in un luogo cooperante, non lasceremo la passerella ai politici di turno che ci affamano ogni giorno e ci tolgono il futuro, le luci saranno puntate sulle forme di resistenza alla crisi", fa sapere il centro sociale Cantiere che metterà in scena una "sfilata" contro "la Milano dei lustrini e delle pailletes".

(Redazione Online/D)

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