È morto Robert Redford: l’icona del cinema aveva 89 anni
Addio all’attore e regista premio Oscar, protagonista di capolavori della settima arte come “Tutti gli uomini del presidente” e “La stangata”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Fascino inossidabile, passione politica, umanitaria e per l'ambiente, e poi il sostegno al cinema indipendente con il suo Sundance Festival fondato insieme all'amico Sidney Pollack. Il mondo del cinema è in lutto, Robert Redford, due volte premio Oscar, 89 anni, è morto nel sonno, nella sua casa di Provo nello Utah.
Di origini inglesi, scozzesi, irlandesi e corniche, Redford era nato il 18 agosto 1936 a Santa Monica (California) da Marta W. Hart, casalinga, e Charles Robert, lattaio di origine irlandese. La mamma muore ad appena 41 anni e lui abbandona gli studi e parte per l'Italia e la Francia, per misurarsi con la vita d'artista.
Capelli rossi irlandesi e volto pieno di rughe già da giovanissimo, Redford è perfetto in tutti i ruoli (tranne forse in quelli da cattivo). Nel 1958, dopo alcuni ruoli in serie tv (Gli intoccabili, Perry Mason, Alfred Hitchcock presenta e Ai confini della realtà), esordisce sul grande schermo con Caccia di Guerra nel cui cast c'è anche Sydney Pollack che poi, da regista, ne fa il suo attore feticcio. È miglior attore emergente ai Golden Globe nel 1966, per il ruolo del produttore bisessuale sposato con Natalie Wood nel film Lo Strano Mondo di Daisy Clover. Arriva poi il western La Caccia di Arthur Penn con Jane Fonda e Marlon Brando e, nel 1969, con Paul Newman è ancora in un western di culto firmato da George Roy Hill come Butch Cassidy. Sempre Hill e la stessa coppia poi nel 1973 lavoreranno ad un altro film cult, La Stangata (7 Oscar).
Per molti Redford è il romantico Hubbell con il suo amore tormentato per Katie Molosky (Barbara Streisand), militante comunista totalmente diversa da lui in Come Eravamo di Pollack, o Il Grande Gatsby del 1974 di Jack Clayton, tratto dall'omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui è il romantico Jay. Con Pollack arrivano poi il western Corvo Rosso Non Avrai Il Mio Scalpo! e la spy-story I Tre Giorni del Condor.
Con un altro attore cult come Dustin Hoffman recita in Tutti gli Uomini del Presidente, nel ruolo di Bob Woodward, uno dei due cronisti politici che scoprirono lo scandalo Watergate che portò all'impeachment di Nixon.
Esordio alla regia fortunato poi per lui nel 1980 con Gente Comune con il quale vince l'Oscar come miglior regista. L'anno dopo mette mano al Sundance Film Festival e lo fa diventare la più importante vetrina mondiale del cinema indie Usa: da lì usciranno numerosi registi indipendenti come Quentin Tarantino, Kevin Smith, Robert Rodriguez, Jim Jarmusch, Darren Aronofsky, Christopher Nolan e James Wan.
Ancora Pollack lo dirige in La Mia Africa (Out of Africa), con Meryl Streep, ispirato all'omonimo romanzo autobiografico di Karen Blixen. Sempre sul fronte della regia, arrivano poi nel 1988 Milagro e il melò con Brad Pitt In Mezzo Scorre Il Fiume. È ancora dietro la macchina da presa per Quiz Show e per L'Uomo Che Sussurrava ai Cavalli, dal best-seller di Nicholas Evans. Nel 2007 dirige di nuovo Meryl Streep in Leoni per Agnelli, due anni dopo produce I Diari della Motocicletta.
Nel 2002 ha vinto un Oscar alla carriera, nel 2017 il Leone d'oro alla carriera. La sua ultima apparizione sul grande schermo è stata in Avengers Endgame (2019), in un cameo. Ma alle scene aveva già detto addio l'anno prima, con il film The Old Man & The Gun di David Lowery.
(Unioneonline)