Il capolavoro del 2001 “Donnie Darko” - esordio alla regia di Richard Kelly con protagonista un giovanissimo Jake Gyllenhaal - è riconosciuto ancora oggi come un cult di rara poesia e atmosfera, grazie soprattutto ad una sceneggiatura brillantemente ispirata ai viaggi nel tempo arricchita da personaggi memorabili. Comparso per la prima volta nel nostro paese durante la presentazione nel 2004 alla 61^ Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è stato annoverato nel 2008 dalla rivista Empire tra i cinquecento film più belli nella storia del cinema.

E insieme alla nutrita schiera di fan che continuano ad elogiarlo con particolare trasporto, emergono ancora oggi - dopo più di quindici anni dall’uscita al cinema - moltissime curiosità su ciò che ha reso possibile la realizzazione di un’opera tanto unica nel suo genere. 

Risalgono ormai a due anni fa le dichiarazioni di Kelly secondo cui il regista Francis Ford Coppola - maestro indiscusso del cinema e autore di pellicole immortali come la saga de “Il Padrino” e “Apocalypse Now” - avrebbe dato un importate contribuito nel definire il progetto. Nei piani iniziali, l’attore Jason Schwartzman - che avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Donnie - organizzò un incontro fra Kelly e Coppola, nonché suo zio.

Da un’intervista concessa a Kelly per Hollywood Reporter apprendiamo quanto segue: «Non so come sia successo, ma sono riuscito ad incontrarlo. È stato un fantastico meeting di un'ora, ero solo con lui. Ha parlato a lungo, ha esposto la sua personale visione della sceneggiatura e ha fatto una marea di domande su molte tematiche, è stato semplicemente fantastico. Aveva fatto uno schema per i dialoghi, stava cercando di farmi estrarre tutte le tematiche presenti nel copione al fine di usare il significato complessivo del pezzo: è stato uno di quegli incontri irripetibili». 

E continua dicendo: «Penso che mi stesse guardando come se fossi un rampollo all'inizio della mia carriera, e probabilmente ha visto il potenziale e voleva assicurarsi che non lo rovinassi. Penso che volesse farmi capire che avevo tutta la mia carriera davanti a me e che c'era qualcosa nella sceneggiatura che parlava della nuova generazione». 

Ma gli scoop non finiscono qui: scopriamo che anche al director Christopher Nolan - largamente noto fra il grande pubblico per la trilogia di Batman e attualmente sulla bocca di tutti per il biopic “Oppenheimer” - dobbiamo buona parte del merito nel riconoscere in “Donnie Darko” la fama che gli attribuiamo oggi. 

Stando infatti alle dichiarazioni di Kelly e del produttore esecutivo Aaron Ryder - in occasione del 20simo anniversario della pellicola - il cineasta britannico avrebbe dato il proprio apporto alla distribuzione affiancato da sua moglie e socia produttrice Emma Thomas.

Racconta a questo proposito Ryder - inizialmente anche produttore esecutivo di “Memento”, opera prima di Nolan - di quando invitò i due ad una proiezione anticipata del film, al tempo ancora sprovvisto di un distributore:  «È stata una proiezione fantastica perché sebbene il film fosse, diciamo così, imperfetto c'era anche qualcosa di incredibilmente accattivante». Si allacciano poi  le affermazioni di Kelly: «Quando si son riaccese le luci, Chris e sua moglie si sono girati verso i dirigenti della Newmarket, Chris Ball e Will Tyrer, ed entrambi li hanno guardati e hanno annuito. Hanno detto: dovreste distribuirlo! E mi hanno dato alcuni suggerimenti: Chris e sua moglie hanno avuto l'idea di mettere la parentesi sotto i titoli di testa». 

È affascinante perciò constatare le dinamiche imperscrutabili - nate come in questo caso dal contributo di nomi importanti - che rendono possibili la nascita e soprattutto la visibilità di molti titoli. A posteriori, si può ben intendere il merito del loro successo e l’influenza culturale di cui son stati promotori.  

Giovanni Scanu

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