Da sempre considerato uno dei più grandi attori viventi, Denzel Washington continua a emozionare sia il grande pubblico sia i cinefili più esigenti. Merito delle sue interpretazioni appassionate, che in oltre quarant’anni trascorsi sul set lo hanno visto spaziare tra superproduzioni e progetti dal respiro più autoriale.

Pronto ad approdare presto anche nel mondo dei cinecomic, ha recentemente ricevuto parole di elogio dal regista Ryan Coogler, noto per la saga Marvel di “Black Panther” e per il recente successo di pubblico e critica “I Peccatori”. In attesa di vederlo tornare dietro la macchina da presa per dirigere Washington in “Black Panther 3”, Coogler è stato ospite del podcast 7PM in Brooklyn, confessando che lavorare con la star è sempre stato uno dei principali obiettivi della sua carriera: “Denzel ormai è come famiglia... Sto cercando di lavorare con lui fin dal primo giorno”.

E, continuando a dispensare lodi, ha aggiunto: “Penso che sia il più grande attore vivente e, per quello che rappresenta per la nostra cultura, non se ne parla nemmeno. Ne parliamo da tanto tempo”. Proprio sul suo esordio nell’universo Marvel con “Black Panther 3”, Washington aveva lasciato trapelare qualche anticipazione già lo scorso novembre. Ma su questo punto Coogler non ha mostrato alcuna preoccupazione: “Mi ha sorpreso che ne abbia parlato ma non è che non fosse vero”.

In attesa di rivederlo anche in “Highest 2 Lowest”, il nuovo e attesissimo film di Spike Lee, l’attore settantenne aveva dichiarato a Variety di avere le idee molto chiare sul futuro: “Ryan Coogler sta scrivendo una parte per me nel prossimo Black Panther. Dopo quello, farò il film Otello. Poi Re Lear. E poi mi ritiro. Per me, ora, si tratta dei registi. A questo punto della mia carriera, voglio lavorare solo con i migliori. Non so quanti altri film farò. Probabilmente non molti. Voglio fare cose che non ho ancora fatto”.

Appena debuttato negli Stati Uniti, “Highest 2 Lowest” segna la quinta collaborazione tra Washington e Spike Lee, a quasi vent’anni dall’ultima, con una produzione firmata Apple TV e A24. In questo remake ambientato a New York di “High and Low”, capolavoro di Akira Kurosawa, Washington interpreta David King, un potente dirigente musicale deciso a riacquisire il controllo della sua etichetta discografica. Ma il presunto rapimento del figlio diciassettenne Trey lo costringerà a a confrontarsi con un grave dilemma morale.

Nove volte candidato agli Oscar e vincitore di due statuette - tra cui quella come miglior attore protagonista in “Training Day” - Washington ha ribadito, durante la campagna promozionale di “Highest 2 Lowest” ai microfoni di Jake's Takes, di essere interessato unicamente alle esperienze sul set e di non dare troppo peso ai riconoscimenti dell’Academy: “Non lo faccio per gli Oscar. Non mi interessa quel genere di cose”. E dopo aver ironizzato su quelle occasioni in cui, a suo dire, avrebbe vinto senza reale merito, ha aggiunto: “L'uomo assegna il premio, Dio dà la ricompensa. […] Dove li tengo? Vicino all'altro. Non mi sto vantando, dico solo come la penso. Nel mio ultimo giorno, gli Oscar non mi serviranno a nulla”.

Allargando il discorso oltre i confini del cinema, Washington si è espresso anche sulla cancel culture, dichiarando senza mezzi termini, in un'intervista a Complex News, di non temere di finire “cancellato”, dal momento che non ha mai cercato il consenso dell’opinione pubblica: “Non farmi iniziare a parlare di questo argomento, perché già mi stringe il petto. Non puoi essere cancellato se non hai mai partecipato”. E sul potenziale rischio di perdere il sostegno degli spettatori, ha aggiunto: “Cosa significa davvero essere cancellati?”.

Proseguendo su questa linea, l’attore ha affermato di non ritenere il numero di follower un parametro significativo per misurare il valore della propria carriera: “Non mi importa chi segue chi. Non puoi guidare e seguire allo stesso tempo. Io non seguo nessuno: seguo lo spirito, seguo Dio, non seguo l'uomo”.

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