Dakota Johnson: in “Materialists”, l’attrice si affida per la prima volta a un coordinatore d’intimità per le scene di sesso
Il racconto in una recente intervista al podcast di Amy PoehlerPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Tra le attrici di Hollywood attualmente sulla cresta dell’onda, e ormai confermatasi a ogni nuovo progetto come emblema di fascino e talento, figura senza dubbio Dakota Johnson. Classe 1989 e figlia d’arte - suo padre è il veterano Don Johnson - deve gran parte della sua notorietà all’adattamento cinematografico della serie di romanzi erotici “Cinquanta sfumature di grigio”, che oltre a conferirle fama internazionale ha dato il via a una serie di ruoli sempre più significativi e artisticamente ambiziosi. Forte della maturità espressiva dimostrata di recente in “La figlia oscura” di Maggie Gyllenhaal e in “Una notte a New York” di Christy Hall, tornerà presto sul grande schermo nella commedia romantica “Materialists” di Celine Song, affiancata da star del calibro di Pedro Pascal e Chris Evans.
Dopo l’emozionante “Past Lives”, la regista coreana torna ad esplorare le relazioni amorose, ma da un punto di vista completamente diverso rispetto al passato. Atteso nelle sale il 4 settembre, il film ha già attirato l’attenzione della stampa fin dalle prime indiscrezioni online, complice la speciale intesa scenica tra i protagonisti.
Ambientato a New York City, il film racconta la storia di Lucy, una coach esperta in relazioni sentimentali, che finisce per infatuarsi di Randy, un cliente che incarna l’uomo ideale. Tuttavia, il ritorno di John - suo ex fidanzato, dall’aspetto e dalle maniere ben differenti - finirà per rimettere tutto in discussione. Al centro di questo triangolo amoroso, come spiegato dalla regista, non ci sarà soltanto il classico gioco dell’indecisione, ma una riflessione più ampia sui meccanismi delle relazioni moderne, spesso condizionate da apparenza e superficialità, che rischiano di confondersi con ciò che davvero conta nell’intimità di coppia.
Pur avendo maturato nel tempo una certa esperienza con le scene di sesso, la Johnson ha rivelato, in una recente intervista al podcast di Amy Poehler, di essersi affidata per la prima volta alla figura del coordinatore dell'intimità proprio in quest’ultimo progetto. Raccontando le differenze tra il prima e il dopo, e il lavoro svolto insieme alla coordinatrice, ha dichiarato: “È stata davvero fantastica. È stato molto bello perché sono così abituata al fatto che le scene di sesso non sono così sexy. Non è una bella sensazione recitarle. Innanzitutto, credo che dipenda da chi è il personaggio e da chi deve essere il personaggio per il pubblico. È una ragazza sexy super idolatrata? È una casalinga? È sola? È spaventata? È una conservatrice? Quindi, questo è ovviamente un lavoro sul personaggio, ma poi c'è una certa preparazione. Voglio sentirmi bene nel mio corpo se lo mostro. Mia madre mi ha educata a essere molto, molto orgogliosa del mio corpo e ad amare il mio corpo. Quindi, mi sono sempre sentita molto grata per questo, soprattutto nel mio lavoro, perché posso usarlo e mi sembra reale”.
Queste considerazioni risultano ancora più interessanti alla luce di quanto rivelato a Vanity Fair nel 2022, quando l’attrice era ancora immersa nell’esperienza di “Cinquanta sfumature di grigio”. Alludendo a un percorso produttivo molto più complesso di quanto inizialmente previsto, aveva raccontato: “Ho firmato per fare una versione molto diversa del film che abbiamo finito per realizzare. E.L. James aveva molto controllo creativo, tutto il giorno, tutti i giorni, e pretendeva che certe cose accadessero. C'erano parti dei libri che non avrebbero funzionato in un film, come il monologo interiore, che a volte era incredibilmente smielato. Non avrebbe funzionato se detto ad alta voce. Era sempre una battaglia. Sempre. Quando ho fatto il provino per quel film, ho letto un monologo da Persona e ho pensato: oh, questo sarà davvero speciale”.
Come già accaduto in passato, aldilà delle sue esperienze personali sul set, l’attrice non ha mancato di esprimere opinioni sullo stato attuale dell’industria cinematografica. Ospite del talk show Hot Ones, rispondendo a una domanda del conduttore Sean Evans, ha commentato: “Penso sia difficile quando le decisioni creative sono prese da un comitato ed è dura quando le decisioni creative sono prese da persone che non guardano realmente i film o sanno qualcosa di come vengono fatti, ed è quello che sta accadendo spesso. Quando qualcosa ha dei buoni risultati, gli studios vogliono continuare a ottenerli, quindi realizzano remake delle stesse cose, ma le persone non vogliono queste cose. Le persone vogliono cose fresche, vogliono provare nuove cose, vivere delle esperienze inedite, vedere cose nuove... Quindi non so, immagino che attualmente sia tutto un po' incasinato, non trovi?”.