Il piacere di suonare, la capacità di muoversi agilmente tra generi musicali anche opposti come le arie di Verdi e il jazz dei primi decenni del Novecento. Lo spirito della (ottima) musica e delle parole d'autore che da 27 anni irradia il festival Abbabula è stato ben rappresentato dal concerto finale: ieri notte in piazza Moretti a Sassari standing ovation e richiamo per un vero bis (oltre a quello in scaletta) per il pianista Raphael Gualazzi e l'orchestra dell'ente de Carolis.

Funambolo della tastiera con echi di Renato Carosone anche per la capacità di divertirsi col pianoforte, il friulano Raphael Gualazzi ha iniziato con "Jameson's Lament" e un "Mare in luce", accompagnato da Anders Ulrich al contrabbasso e Gianluca Nanni alla batteria. Dopo "Love outside the window" ha presentato il Maestro Stefano Nanni che ha curato gli arrangiamenti e diretto gli archi dell'orchestra lirico-sinfonica dell'ente de Carolis, connubio perfetto per il Tema 2 dal film "Un ragazzo d'oro" di Pupi Avati.

Ballad, ragtime e persino opera, con la trasformazione jazzistica di due arie di Verdi, una dal Trovatore e l'altra dalla Traviata. Gualazzi ha pure imbracciato l'ukulele per la cover di Dos Gardenias. Il divertissement è stato totale, anche nel testo, con L'Italià, con l'accento finale, dove lancia strali contro un politico francese che aveva fatto la morale all'Italia sull'immigrazione. E il brano è stato scelto per l'acclamato bis dopo la standing ovation, anche per gustare meglio il virtuosismo alla viola di Danilo Rossi.

Stasera si replica a Neoneli alle 22 grazie alla sinergia tra la Cooperativa Le Ragazze Terribili e il Festival Dromos

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