Tumore del rene,un nemico spesso invisibile
Quando è asintomatico è un cancro difficilmente individuabileNon è tra i tumori più frequenti, il cancro del rene. Il suo tasso di incidenza, in Sardegna come nel resto d'Italia, con particolare riferimento al meridione, non supera il 10 per cento. «Si attesta - precisa Efisio Defraia, responsabile dell'unità operativa di Oncologia medica dell'ospedale Businco di Cagliari - tra le più rare e le più frequenti neoplasie».
Nei maschi ha una frequenza quasi doppia rispetto alle donne. Una percentuale che contempla anche il rischio di mortalità. Si stima che il rischio di sviluppare un tumore del rene sia pari a uno su 40 negli uomini e uno su 91 nelle donne. La probabilità di svilupparlo cresce col crescere dell'età e il picco massimo di insorgenza si ha intorno ai 60 anni.
Gli studi specialistici svolti nel mondo (in testa quelli condotti dallo Iarc, l'International agency for research on cancer, e dall'Airc in Italia), lo classificano come un tumore "professionale": ovvero strettamente legato a quei lavori in ambito industriale dove si hanno contatti continui ed esposizioni prolungate con sostanze insidiose come l'alluminio, il cadmio, l'amianto, la fenacetina e il torotrasto.
Tabagismo, il vero nemico
Uno dei motivi scatenanti, se non il principale, resta però il fumo. «Oltre al tabagismo, tra le cause ci sono anche l'ipertensione arteriosa e l'obesità. Anche su questo esiste una letteratura scientifica che distanzia sensibilmente le casistiche tra l'Isola e il sud Italia con centro-nord. I motivi sembrano essere legati alla dieta mediterranea considerata protettiva contro questo tipo di neoplasia», ricorda il medico del Businco. «Non va dimenticato che nel nostro Paese il trenta per cento delle persone sono sovrappeso e il dieci ha seri problemi di obesità. Condizioni, queste, che sia chiaro incidono anche su altre forme tumorali». Quasi del tutto abbandonata l'ipotesi dell'ormonodipendenza del carcinoma renale.
«È stata smentita per l'insuccesso di determinati farmaci ormonali nella terapia. La loro efficacia nell'inibire questa carcinogenesi è controversa», precisa il dottor Defraia.
Come prevenire la neoplasia
Evitare i fattori di rischio resta per ora l'unica arma vincente contro il cancro del rene. Solo queste sono le forme riconosciute per la prevenzione. Intanto il fumo. E per gli over 60 i medici consigliano anche controlli accurati per poter arrivare ad una diagnosi precoce in caso di malattia. «Molto spesso - ricorda il responsabile della Medicina oncologica del Businco - il medico si accorge della massa tumorale nel rene eseguendo magari un'ecografia addominale generale o una tac non prettamente indirizzate a indagare l'apparato renale». Per questo, pur non essendo raccomandata dai protocolli, sarà il medico, sulla base della storia personale del proprio paziente e del rischio individuale, a consigliare e richiedere questi tipi d'esame preventivo. «Se il tumore è localizzato, la terapia principale resta l'intervento chirurgico. Nella fase avanzata e metastatica, diagnosticata nel 40 per cento dei casi, la terapia medica ha un ruolo nell'efficacia che si avvicina al quella chirurgica. Importanti risultati si hanno con i farmaci a bersaglio molecolare e immunoterapici. Lo scopo - dice Efisio Defraia - è ridurre la mortalità e fare di questa neoplasia una malattia cronica. È pur vero che il tumore al rene si è dimostrato a volte resistente, ma gli studi in atto sono improntati a individuare una combinazione di farmaci a bersaglio molecolare e immunoterapico ben più efficaci».