Nessun assorbimento del personale Oss idoneo nelle graduatorie di stabilizzazione: è quanto emerge dai nuovi fabbisogni triennali approvati negli ultimi giorni da diverse aziende sanitarie della Sardegna.

«Il Policlinico Duilio Casula (AOU Cagliari) ha adottato la delibera n. 267 del 30 luglio 2025; la Asl 5 di Oristano la delibera n. 97 dello stesso giorno; la 6 del Medio Campidano la delibera n. 251 del 31 luglio. In tutti i documenti, però, non compare alcun piano per assumere a tempo indeterminato gli operatori socio-sanitari inseriti nelle graduatorie di stabilizzazione, nonostante abbiano lavorato in prima linea durante le emergenze e mentre i reparti continuano a soffrire la carenza di personale», si legge nel comunicato stampa diffuso dal comitato  Zona Deprecarizzata.

Gli Oss esclusi dai piani regionali ricordano di «Aver garantito turni massacranti durante la pandemia e nelle fasi più critiche per il sistema sanitario pubblico, contribuendo alla tenuta dei servizi. Non è solo una questione occupazionale, ma di continuità assistenziale, dignità professionale e qualità delle cure».

Al momento – sottolineano -, la carenza di organico viene tamponata con cantieri occupazionali e contratti a termine. Una misura definita «precaria e disfunzionale» dagli addetti ai lavori, che denunciano anche tempi di attesa di ore per le ambulanze fuori dai pronto soccorso, prima che i pazienti possano essere presi in carico.

Sotto accusa anche la scelta dell’assessora regionale al Lavoro, Manca, di destinare fondi europei originariamente destinati al settore archeologico alla creazione di cantieri per Oss. Una decisione presa, secondo i lavoratori, «senza confronto con la categoria e ignorando le richieste di scorrere le graduatorie già esistenti, che hanno scadenze precise».

Il timore è che si crei un «canale parallelo» di accesso al lavoro, basato su logiche assistenzialistiche e privo di stabilità, che esclude chi ha già esperienza diretta nei reparti.

«Così si istituzionalizza il precariato e si compromette la qualità dell’assistenza», denunciano gli operatori.

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