“Lo sviluppo delle professioni sanitarie nella Regione Sardegna”: confronto tra ordini e associazioni scientifiche sul futuro della governance sanitaria
Un’importante occasione di confronto che ha riunito, fra gli altri, i rappresentanti degli Ordini professionali degli infermieri, dei fisioterapisti, delle ostetriche e dei tecnici sanitari di radiologia medicaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si è svolto ieri l’evento “Lo sviluppo delle professioni sanitarie nella Regione Sardegna”, un’importante occasione di confronto che ha riunito i rappresentanti degli Ordini professionali degli infermieri, dei fisioterapisti, delle ostetriche e dei tecnici sanitari di radiologia medica, oltre ai vertici delle associazioni scientifiche SIDMI (Società Italiana per la Direzione e il Management delle Professioni Infermieristiche) e ANDPROSAN (Associazione Nazionale Dirigenti delle Professioni Sanitarie).
Alla tavola rotonda ha preso parte anche la dott.ssa Claudia Ferrara, Vicepresidente dell’Ordine dei tecnici di radiologia e delle professioni tecniche della riabilitazione e della prevenzione, portando il punto di vista di un’area professionale spesso frammentata ma strategica per il funzionamento del sistema sanitario regionale.
Durante il dibattito è emersa con chiarezza la necessità di inserire all’interno delle linee di indirizzo per i nuovi atti aziendali i Dipartimenti delle Professioni Sanitarie, considerati strumenti essenziali per l’evoluzione del sistema sanitario sardo.
Secondo i partecipanti, tali Dipartimenti garantirebbero: una governance più chiara e coerente in un contesto sanitario complesso e in continuo cambiamento; maggiore equità tra le 22 professioni sanitarie che operano quotidianamente sul territorio; un miglioramento dei percorsi assistenziali grazie a un coordinamento interprofessionale più efficace.
La dott.ssa Ferrara ha però evidenziato con decisione come in Sardegna non siano ancora presenti le condizioni necessarie per la creazione di veri Dipartimenti delle Professioni Sanitarie. «In molte aziende sanitarie della nostra regione – ha affermato – mancano ancora le dirigenze dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione. Senza queste figure fondamentali parlare di Dipartimenti rischia di diventare solo un esercizio teorico».
Attualmente solo alcune aziende – Asl Gallura, Sassari, Cagliari e Sulcis Iglesiente – dispongono delle strutture necessarie. Una situazione che crea squilibri e rallenta l’armonizzazione dell’intero sistema.
Ferrara ha ricordato come il tema fosse già stato posto all’attenzione delle istituzioni: «Il 18 novembre, durante l’audizione in Commissione Sanità, abbiamo ribadito la necessità di integrare gli atti di indirizzo per colmare le carenze presenti negli atti aziendali. Senza un intervento politico chiaro, il percorso rischia di rimanere incompiuto».
Oltre alle lacune organizzative, è stata sottolineata la forte disomogeneità tra territori, che rende urgente la definizione di un modello regionale uniforme. A ciò si aggiunge un persistente gap culturale.
«Esiste ancora una visione che considera molte professioni sanitarie come figure meramente operative – ha sottolineato Ferrara – quando invece parliamo di professionisti con competenze gestionali, analitiche e di governo dei processi. Senza un cambiamento culturale reale sarà difficile costruire Dipartimenti funzionali e moderni».
Dal confronto è emersa una linea condivisa: prima di istituire formalmente i Dipartimenti delle Professioni Sanitarie, è necessario: completare le dirigenze mancanti; rendere omogenea l’organizzazione delle aziende sanitarie regionali; promuovere un cambio di paradigma culturale, riconoscendo pienamente il ruolo delle professioni sanitarie nella governance del sistema.
Solo così i Dipartimenti potranno diventare strumenti efficaci per modernizzare il sistema sanitario sardo e rispondere ai bisogni di salute della comunità in modo più competente, integrato e innovativo.
