Il vaccino AstraZeneca "non è associato ad un aumento del rischio complessivo di eventi tromboembolici o coaguli di sangue". Lo ha detto la direttrice dell'Ema Emer Cook precisando che il siero anglo-svedese è sicuro ed efficace, e che "i suoi benefici nel proteggere le persone da Covid superano i possibili rischi".

Tuttavia Ema non ha escluso il legame con un tipo particolare di trombosi "venosa cerebrale", dovuta all'occlusione di una vena del cervello. Analizzati tutti i rapporti, si è osservato un incremento di episodi in giovani donne sotto i 55 anni, e l'Ema non esclude una correlazione tra questi casi (che sono comunque molto pochi) e il vaccino.

"Dopo giorni di analisi approfondita dei risultati di laboratorio, rapporti clinici, rapporti di autopsia e altre informazioni provenienti dagli studi clinici, non possiamo ancora escludere definitivamente un legame tra questi casi e il vaccino. Ciò che il comitato ha quindi raccomandato è di aumentare la consapevolezza di questi possibili rischi assicurandosi che siano inclusi nelle informazioni sul prodotto".

Di qui la decisione di aggiornare il foglietto informativo, i segnali a cui fare attenzione sono "mancanza di respiro, dolore al petto o allo stomaco, gonfiore o freddo a un braccio o una gamba, mal di testa grave o visione offuscata, piccoli lividi e sanguinamento persistente". In presenza di questi sintomi si consiglia di contattare un medico.

Resta fortemente consigliato vaccinarsi: anche con il Covid c'è il rischio trombosi, che è molto più elevato dell'eventuale rischio con AstraZeneca.

Proprio ieri, poche ore prima della conferenza stampa di Ema, un gruppo di scienziati norvegesi guidati dal professor Pal Andre Holme, capo servizio ematologia dell'ospedale universitario di Oslo, ha rivelato la propria convinzione dell'esistenza di un legame tra vaccino e formazione di trombi sanguigni in tre pazienti.

Il professore ha affermato di aver "ottenuto risultati che possono spiegare l'evoluzione clinica dei pazienti ricoverati". Risultati che "rafforzano l'ipotesi, da noi già avanzata, secondo la quale questi pazienti hanno sviluppato una forte risposta immunitaria, e questo ha condotto alla formazione di anticorpi, che possono influire sulle piastrine e provocare un trombo".

Di qui la decisione di Oslo di continuare con lo stop ad AstraZeneca.

(Unioneonline/L)
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