Uno stile di vita mirato consente di ridurre notevolmente il rischio di incappare nei calcoli renali. La malattia, che ha prevalenza maschile ma colpisce anche le donne, negli ultimi decenni è in continua crescita a causa dell’assunzione più elevata di proteine animali, una delle cause principali di formazione dei calcoli insieme alla disidratazione.

L’idratazione

Seguire un regime alimentare ben ponderato consente di ridurre questi rischi: rappresenta il metodo migliore di prevenzione, pur tenendo a mente che esistono alcuni fattori di rischio che esulano dall’alimentazione e dall’idratazione del singolo soggetto ma sono dovuti a fattori genetici che nulla hanno a che fare con il regime alimentare adottato. I componenti più frequenti che danno origine ai calcoli delle vie urinarie sono il calcio, l’ossalato e l’acido urico ma può influire nella loro formazione anche la carenza di sostanze come il citrato e il magnesio urinario. Uno degli obiettivi di un regime alimentare che vuole ridurre il rischio di calcoli renali è innanzitutto aumentare l’idratazione. Riuscire a distribuire l’assunzione di 2-3 litri d’acqua nel corso delle 24 ore, possibilmente anche in caso di risvegli notturni, è fondamentale. L’apporto dei liquidi dovrebbe essere anche maggiore nei periodi estivi e in presenza di attività fisica.

Sale e ossalato di calcio

Per ridurre l’ossalato di calcio, è necessario scegliere una dieta normocalorica a basso contenuto di sale, proteine animali e zuccheri, con un normale contenuto di calcio e un apporto di liquidi tarato sulla necessità di un volume urinario di almeno 2 litri nell’arco delle 24 ore. L’ossalato si trova in moltissimi alimenti, ma quelli che ne sono più ricchi sono spinaci, rabarbaro, bietole, nocciole, cioccolato e frutti di bosco. Per ridurre l’apporto di sale, il consiglio principale è di non aggiungerne ai piatti una volta che sono stati serviti in tavola, nonché evitare di assumere cibi trattati con sale (conservati in scatola, essiccati, affumicati). I formaggi freschi sono meno ricchi di sale rispetto a quelli stagionati.

Acido urico e cistina

Le purine, contenute soprattutto nei prodotti di origine animale, rappresentano il pericolo numero uno per i calcoli da acido urico.

In questo caso, sono da evitare frutti di mare, acciughe, aringhe, caviale, brodi di carne, alcolici e carne rossa, mentre si consiglia fortemente l’assunzione di frutta e verdura, facendo però attenzione a evitare prodotti troppo zuccherini. Particolarmente delicati da affrontare sono i calcoli di cistina. Il consiglio principale riguarda l’assunzione fino a 4 litri di acqua al giorno: per evitare di “perdere il conto”, marchiare le bottiglie può essere una soluzione molto utile. Quanto all’alimentazione, la dieta deve essere impostata su un basso contenuto di proteine animali (carne, pesce e uova).

In ogni caso, il consiglio è di confrontarsi con il proprio medico di base e con un nutrizionista per calibrare in maniera corretta il proprio regime alimentare: decisioni di questo tipo non vanno mai prese in autonomia ma è sempre necessario essere seguiti da uno specialista per evitare possibili squilibri nutrizionali.

© Riproduzione riservata