Omicidio di Buddusò, parla il fratello di Marco Pusceddu: «Non aveva nemici»
Nella ricostruzione dell’omicidio si guarda al passato recente della vittima e al misterioso agguato di FlumentepidoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Portoscuso. «Mio fratello era una persona speciale. Ora, però, lasciateci tranquilli, vogliamo piangere il dolore nella nostra intimità». Roberto Pusceddu è il fratello di Marco, il soccorritore 51enne ucciso nella notte tra giovedì e venerdì, durante il suo turno di lavoro, nella sede dell’associazione dell’Intervol, in via Nenni a Buddusò. La famiglia ha affidato all’avvocato Marco Aste il compito di seguire questa vicenda complicata che, nel giro di poco tempo, potrebbe portare all’individuazione del colpevole, anche se non viene esclusa l’ipotesi di un killer prezzolato da un mandante.
Il mistero
Nello studio al centro di Carbonia dell’avvocato Aste, Roberto Pusceddu riesce a stento a trattenere le lacrime. Il dolore e lo sgomento per una vicenda sono sentimenti troppo grandi per una famiglia che a Domusnovas e Portoscuso ha sempre avuto un profilo basso. Mai – concordano amici e conoscenti – una chiacchiera, un pettegolezzo o qualsiasi insinuazione che potesse riguardare i due anziani coniugi o i tre fratelli. «Gradiremmo che nessuno facesse ipotesi. Abbiamo piena fiducia nei magistrati e nei Carabinieri che stanno svolgendo le indagini». Non è facile trovare le risposte a domande che riguardano un uomo che mai ha fatto parlare di sé. Chi poteva odiare così tanto il 51enne di Domusnovas, ma residente a Portoscuso (così scrive nel suo profilo su Facebook) da fulminarlo con alcuni colpi di pistola? Roberto aveva visto per l’ultima volta suo fratello giovedì mattina, poi lui era partito per Buddusò per il suo turno di lavoro. Chi sapeva degli spostamenti? Rispondere al quesito corrisponderebbe a individuare l’assassino.