«Il mondo sta cambiando e la Sardegna ha bisogno di restare agganciata: non può sempre rincorrere», dice Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente senior della Sda Bocconi che durante la presentazione del Programma US ha parlato degli scenari e dei trend economici che le imprese devono saper cogliere. L’Isola ha le carte in regola per essere un laboratorio dell’innovazione: «Trent’anni fa avete anticipato tutti, penso alla nascita di Video On Line o a Tiscali: la Sardegna era il faro dell’innovazione tecnologica. Io stesso ho partecipato alla fondazione di diverse start up che ora sono leader mondiali. Ora servono imprenditori lucidi e determinati per il rilancio, perché l’insularità non è una condanna a vita».

Come vede i prossimi 10 anni?

«Per l’Isola sarà fondamentale non puntare solo sul turismo ma scegliere anche altre possibili specializzazioni. Penso a un settore agroalimentare innovativo: ora la quota di valore aggiunto creata da questo settore è bassa».

Cosa si può fare per creare più ricchezza con la filiera agroalimentare?

«Proprio in questi giorni sta prendendo vita il bando sull’innovazione delle filiere italiane, che riguarda tanti aspetti, dalla tracciabilità alla comunicazione. C’è da auspicare che la Sardegna sfrutti questa opportunità. Valorizzare Dop, Igp e tutti gli altri marchi è fondamentale».

Ora non sono sfruttati a sufficienza?

«Diciamo che le quote di valore non sono proporzionali al potenziale espresso. L’agricoltura è una scienza: non ci si può cullare sulla tradizione, la Sardegna deve puntare al futuro. Difendere le radici va bene, ma i frutti devono essere diversi da quelli di oggi».

Un esempio?

«Penso alla tecnologia e alla ricerca applicate all’agricoltura: ad esempio ora è importante selezionare le varietà di piante che hanno necessità di poca acqua. Perché la Sardegna non diventa laboratorio in questo settore? Certo, serve che imprese e università facciano sistema». Servono gli strumenti per affrontare il mondo che cambia.

«La Sardegna ha ancora pochi laureati nelle materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e pochi brevetti, ma penso che abbia anche un grande potenziale inespresso. Per questo bisogna investire sulla formazione».

I numeri del settore turistico sono in continua crescita.

«In Italia tanti si lamentano dell’overtourism, ma se confrontiamo le statistiche con quelle di altre realtà vediamo che la Sardegna è ancora poco frequentata se si escludono i mesi estivi. Deve puntare sulle esperienze outdoor, coniugate con l’enogastronomia. Il suo territorio è unico e questo deve essere trasformato in un valore».

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