Sanità, esplode il caso Bartolazzi: «Campo largo nave alla deriva»
Pioggia di reazioni dopo le dichiarazioni dell’assessore con la valigia. FdI all’attacco. Sardegna20venti: «Chiedano scusa ai sardi». I sindacati: «Siamo sul baratro». L’Usb: «Il tempo delle parole è finito»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha detto che non farà più l’assessore perché «da quello che so non ci sono più le condizioni». Che quando Alessandra Todde prenderà l’interim del suo assessorato il sistema sanitario degradato «resterà così come è». Ma anche che « ho più consensi all’opposizione che all’interno. All’interno c’è la caccia alle poltrone». E all’interno vuol dire nel Campo largo. Ma ha voluto anche sottolineare che «sono venuto qui rimettendoci soldi e stando lontano dai miei figli. Ma per me era una sfida. Un’opportunità così non l’avrete più».
Forse quando si era definito il «Rombo di tuono della sanità» Armando Bartolazzi non era consapevole delle reazioni che avrebbe scatenato. Di certo sapeva cosa sarebbe successo rilasciando l’intervista pubblicata oggi sull’Unione Sarda, mentre è assessore con la valigia.
Fino al pomeriggio non si è alzata una voce dalla sua coalizione. Immacolato silenzio dalla presidente, torpore (apparente) dagli alleati.
Si scatena invece l’opposizione. «Le parole dell’assessore Bartolazzi, al netto delle sue convinzioni messianiche “sine titulo”, non solo confermano quanto sosteniamo da tempo ma certificano il clima da “nave alla deriva” della presidente e del Campo largo», attacca Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale. Il già candidato governatore offre il quadro della situazione dal suo angolo visuale: «Nel momento in cui la finanziaria entra in aula abbiamo l’assessore all’Agricoltura (Gianfranco Satta) che si è dimesso e il suo sostituto noto a tutti (Francesco Agus) ma non ancora nominato, quello alla Sanità ancora a bordo, ma dimesso dalla stessa presidente, che ha anche annunciato che manterrà l’interim per 6/8 mesi. Quando tutti sappiamo che 24 ore non bastano per fare l’assessore alla Sanità o il presidente. Figuriamoci i due ruoli». Truzzu guarda oltre e parla anche di una «presidente che nel bel mezzo della campagna per l’acqua pubblica, non solo cerca di scaricare le responsabilità delle scelte sul futuro di Abbanoa sui “poveri” sindaci, ma addirittura decide di sostenere e votare come presidente del Comitato d’Ambito il candidato del centrodestra (Fabio Albieri) contro i sindaci di centrosinistra». Ora, conclude Truzzu, «se ci fosse un comandante De Falco qualsiasi, già ex senatore dei cinquestelle, penso che non esiterebbe un secondo a urlare “Salite a bordo, c…o”!».
Per Stefano Tunis, Sardegna 20Venti, «si sono due possibilità. O la parte più importante della nostra amministrazione è stata affidata ad una figura inadeguata, oppure lui dice la verità e in nome della spartizione si sta sacrificando la salute. Tutte e due le ipotesi sono ugualmente agghiaccianti. Tutt'e due richiedono profonde scuse alla comunità sarda».
Commenta anche un'altra candidata alla carica di presidente della Regione, Lucia Chessa: «Buon viaggio assessore e complimenti ad Alessandra Todde che, invece, continua imperterrita a nuotare in questo mare. Pienamente a proprio agio del resto, con disinvoltura, comodamente uniformata a su connottu e per giunta a quello peggiore. Come del resto era ampiamente prevedibile. E così passano gli anni per questa Sardegna. Un Presidente dopo l’altro, una Giunta dopo l’altra, una maggioranza dopo l’altra, in una vuota alternanza senza alternativa».
Cgil, Cisl e Uil ieri avevano detto la loro prima delle dichiarazioni di Bartolazzi. In una nota congiunta i segretari Fausto Durante, Pier Luigi Ledda e Fulvia Murru avevano attaccato la Giunta: «Traditi gli accordi di agosto», hanno detto in sintesi, «non è cambiato niente: subito un cambio di passo o sarà lotta». Sostenevano che la Sardegna sul fronte sanitario non possa permettersi una fase di incertezza: gli è stata servita.
Dal fronte sindacale si alza anche la voce dell’Usb, con Gianfranco Angioni: «Sarebbe grave se il ricambio assessoriale fosse deciso solo in funzione della nomina imminente dei nuovi direttori generali, anziché da reali esigenze di miglioramento e rinnovamento della sanità isolana. È ora di smettere con parole vuote e autoincensamenti», aggiunge Angioni, «servono assunzioni immediate, stabilizzazione del personale e scorrimento delle graduatorie. Investire negli ospedali, nelle reti di emergenza e nei servizi territoriali è fondamentale per garantire cure pubbliche a tutti. Il tempo delle parole è finito. La Sardegna merita un sistema sanitario efficiente e risorse adeguate. La salute non può ridursi a slogan e promesse disattese. Nessuno deve rimanere senza cure. Bartolazzi dovrebbe scusarsi con cittadini e personale sanitario non per lasciare l’incarico, ma per non aver migliorato la situazione sanitaria».
(Unioneonline/E.Fr.)
