Ancora aria di crisi a Palazzo Chigi.

Stavolta ad accendere la miccia è Matteo Salvini che, sempre irritato dal voto dei Cinque Stelle per l'elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue, denuncia "di fatto un governo" tra pentastellati e Dem.

"Da due giorni sono al governo insieme, per ora a Bruxelles...", attacca il leader della Lega.

Da Helsinki, dove si trova per il vertice dei ministri dell'Interno dell'Ue, ammette di essere deluso e che il rapporto di fiducia con i Cinquestelle si è rotto, "anche a livello personale". E quando i giornalisti lo incalzano chiedendo perché allora non fa cadere il governo: "Non vedo governi diversi da questo". Ma, aggiunge, "se i no prevalgono sui sì allora la via è quella del voto, sperando che non ci siano maggioranze raccolte sul marciapiede perché qualcuno non vuole mollare la poltrona".

Luigi Di Maio non ci sta e convoca i suoi: "Siamo stati colpiti alle spalle". Poi in una diretta su Facebook replica: "Capisco che si attacchi l'M5S per fare notizia e coprire le inchieste sui finanziamenti della Lega, ma questa è una falsità. È un attacco grave che io non posso permettere. Sono stufo, se la Lega vuole far cadere il governo, lo dica chiaramente e se ne assuma la responsabilità".

"Se vogliamo seguire questo schemino di Salvini - ragiona - chi è al governo con Berlusconi, in tutte le Regioni, è la Lega. Chi sta al governo con Renzi sull'affossamento del salario minimo, sul Tav, su Radio Radicale, ovvero 'Radio Soros', è sempre la Lega".

"Ogni giorno - conclude - cerco di portare a casa i risultati ma con questo clima si fa male al Paese e quando si minaccia di far cadere il governo il risultato è che gli investitori non investono, perché si ritrovano un clima di incertezza e attendono il governo successivo".

GIORGETTI SI SFILA - Intanto, mentre la controversa presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen avverte l'Italia sul commissario ("Il presidente ha diritto di chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino buone ragioni") e sui conti ("La Commissione che presiederò monitorerà da vicino la situazione in Italia"), Giancarlo Giorgetti si è sfilato dalla partita europea ed è salito al Quirinale per spiegare al presidente Sergio Mattarella i motivi della sua rinuncia alla candidatura a commissario.

Tornano così a salire le quotazioni del ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e del capo della Farnesina Enzo Moavero, che ha scortato il ministro degli Affari europei Lorenzo Fontana a Bruxelles, nella sua prima partecipazione a un Consiglio Affari generali.

(Unioneonline/D)
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