È
un secco no quello espresso da
Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d'Italia, al disegno di legge costituzionale firmato da Federico Fornaro (Leu) sulla riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica (C.2238). Il testo della proposta, assegnato alla commissione Affari Costituzionali in sede referente lo scorso 12 novembre, arriva in risposta alla legge costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, che è stata approvata dalle Camere in seconda deliberazione a maggioranza assoluta, e già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 12 ottobre. L’articolo 2 della proposta di legge Fornaro modifica l’articolo 83 della Costituzione, riducendo da tre a due il numero dei delegati regionali che partecipano all’elezione del Presidente della Repubblica, pur lasciando invariato il vincolo che assicura la rappresentanza delle minoranze. La modifica interviene per riequilibrare l’incidenza dei delegati regionali sulla composizione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica, in vista della quasi certa promulgazione della legge in materia di riduzione del numero dei parlamentari. Ad oggi, il numero complessivo dei delegati regionali è di 58 mentre con la modifica proposta diventerebbe 39. Per Deidda, intervenuto ieri in commissione Affari costituzionali durante l'esame del testo, questa riduzione comporterebbe un’inaccettabile compressione della rappresentanza politica, soprattutto nelle Regioni caratterizzate da una forte frammentazione elettorale. Durante il dibattito in commissione, il parlamentare ha portato l'esempio della Sardegna dove le forze politiche autonoministe, ad esempio, rischierebbero di non trovare più rappresentanza durante l'elezione del Capo dello Stato. Alla luce di queste considerazione, Deidda ha bollato come "incomprensibile e demagogica" la scelta di procedere, sic et simpliciter, al taglio del numero dei delegati sulla scia della riduzione complessiva del numero dei parlamentari.
© Riproduzione riservata