Le trattative dei partiti in vista dell’elezione del presidente della Repubblica vanno avanti. Oggi c’è stato un incontro, definito “cordiale” da entrambe le parti, tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte.

Il leghista e il pentastellato sarebbero concordi nel non sostenere la salita al Colle di Mario Draghi, che lascerebbe a Palazzo Chigi un vuoto difficile da colmare se non con il ricorso a elezioni anticipate.

Silvio Berlusconi intanto non cede al pressing degli alleati che gli chiedono una candidatura ufficiale. Sta pensando di sciogliere la riserva entro domenica, alla vigilia della prima chiama dei grandi elettori a Montecitorio.

L’intenzione ci sarebbe, i numeri no. E il vertice di centrodestra resta in stand by, anche se Giorgia Meloni lo chiede a gran voce: “Deve ancora essere convocato, per come la vedo io è inevitabile che si svolga prima della fine della settimane. Se non verrà calendarizzato nelle prossime ore, lo chiederò ufficialmente”.

Su Berlusconi interviene anche Vittorio Sgarbi, che per giorni ha cercato consensi per il Cav con l’operazione “scoiattolo”. Quella del leader di Forza Italia, afferma, “è una pausa di riflessione che può utilizzare per trovare un nome da indicare al posto del suo, immagino che possa uscire prima di lunedì”.

Ieri si è tenuto un mini-vertice di centrosinistra a casa di Giuseppe Conte, con Enrico Letta e Roberto Speranza. Al termine i tre hanno postato sui profili social dei tweet gemelli per sottolineare l’unità del fronte giallorosso, ribadendo la necessità di dialogare con il centrodestra per trovare un nome autorevole e condiviso. Pur ribadendo il no a Silvio Berlusconi e lasciando intendere che non è affatto vero che spetti al centrodestra fare un nome (tesi quest’ultima sostenuta anche da Matteo Renzi).

(Unioneonline/L)

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