Papa, sì all'arresto. Bossi: "In galera"Il Csm lo sospende dalle attività
La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha detto ieri sì all'arresto del deputato Pdl, Alfonso Papa. Alla votazione hanno preso parte Pd, Idv, Fli e Udc. Il Pdl ha lasciato l'Aula e la Lega si è astenuta. Oggi il Csm ha sospeso Papa dalle funzioni e dallo stipendio.La Prima sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha deciso, stamani, in via cautelare, la sospensione di Alfonso Papa dalle funzioni e dallo stipendio. Con questa decisione Papa, il magistrato parlamentare del Pdl sotto inchiesta nell'indagine P4 per il quale la Procura di Napoli ha chiesto l'arresto, non percepirà lo stipendio come giudice nemmeno nel caso in cui si dimettesse da Montecitorio. La delibera del Csm è stata presa a porte chiuse dopo l'audizione dello stesso Papa.
Nel mentre ieri la Giunta per le Autorizzazioni della Camera vota 'si' all'arresto di Alfonso Papa: il deputato del Pdl accusato di estorsione e concussione nell'ambito dell' inchiesta sulla P4. Ma al voto ci si è arrivati al termine di una seduta caotica nella quale succede di tutto: il Pdl (con Mario Pepe del Misto ed Elio Belcastro dei Responsabili) abbandona i lavori; la Lega si è astenuta, nonostante Bossi abbia chiesto di votare a favore della custodia cautelare; l'Idv ha presentato una proposta di minoranza che il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti ha messo ai voti. E che è passata con 10 sì e 2 astenuti.
Ma su Papa, che in serata si è autosospeso dal gruppo, è scontro aperto anche tra Berlusconi e Bossi. Il primo vuole salvare il "suo" deputato a tutti i costi dicendo che non si possono fare i "processi in Aula". Il secondo ribadisce per ben due volte che Papa deve andare "in galera".
Anche nel Carroccio sulla questione è caos. I "maroniani" vogliono dimostrare che non saranno certo loro a salvare la "Casta" e puntano a dire sì al Gip di Napoli che chiede la custodia cautelare per Papa. Mentre i parlamentari vicini al capogruppo Marco Reguzzoni sono per dire no all'arresto. Il fatto di aver disobbedito al Capo, però, si assicura nel Carroccio, "potrebbe costare molto caro al capogruppo...".
Tutto comincia in Giunta alle 12. Il relatore Francesco Paolo Sisto dice che non si possono concludere i lavori nei tempi previsti perché la mole dei nuovi documenti presentati due giorni fa dal deputato del Pdl è tale che non si fa in tempo a leggerli tutti. Quindi propone di andare in Aula senza una decisione. Castagnetti però non ci sta. Si sapeva da ieri che questa era l'intenzione del Pdl e così si fa trovare pronto. Regolamento della Camera alla mano, spiega perché oggi la votazione debba necessariamente essere sul merito (e non su un semplice rinvio) e chiede chi abbia una proposta alternativa da presentare. Pronto risponde Federico Palomba (Idv). Lui una proposta alternativa, con la quale si dice sì alle manette per Papa, l'aveva già depositata ieri. Quindi Castagnetti, che si era consultato anche con Fini (come poi dirà Palomba), decide di metterla ai voti.
Tutti i deputati del Pdl, guidati dal capogruppo in Giunta Maurizio Paniz, escono per protesta dall' aula. Attaccando il presdiente della Giunta. "E' un'invenzione procedurale", commenta Paniz. "Non si capisce che natura giuridica abbia quest'atto", interviene Enrico Costa. "E' la forzatura del Regolamento", incalza Sisto. I due della Lega, Luca Paolini e Fulvio Follegot, disobbedendo a Bossi, si astengono. "Ho dovuto farlo - spiegherà poi Paolini - per un motivo procedurale". La giustificazione avrebbe convinto poco Bossi che, secondo alcuni vicino a Maroni, sarebbe su tutte le furie.
Il Pd, con Marilena Samperi e Donatella Ferranti, critica la maggioranza per l'atteggiamento "vergognoso" e se la prende con la Lega che ormai sembra "guidata" da Alfonso Papa e non più dal Senatur. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni non commenta. "Non posso rispondere", dice ai cronisti. Ma subito dopo parla prima con Papa e poi con Paolini e Follegot. Alcuni testimoni parlano di "colloquio piuttosto animato".
Anche Berlusconi, alla Camera per votare la manovra, riceve Alfonso Papa e con lui si intrattiene per circa un quarto d'ora. Subito dopo dice che lui va difeso perché non si possono fare i processi in Aula. Ma per capire quale sarà la sorte del deputato si dovrà attendere mercoledì 20 luglio quando l'Assemblea di Montecitorio dovrà votare la proposta della Giunta. Reguzzoni assicura che la Lega dirà sì all'arresto, ma in quella sede si potrebbe chiedere il voto segreto. E allora gli equilibri potrebbero cambiare di nuovo. Papa, comunque, fino a quando un'eventuale sentenza di condanna non passerà in giudicato, non decadrà dall'incarico di parlamentare.