Niente tetto per le consulenze esterne, la Regione stanzia 3 milioni: è polemica
Previsti anche 280mila euro per incarichi affidati per la riscrittura di Statutaria e legge elettorale. L’opposizione: «Poltronificio inaccettabile». Sardegna chiama Sardegna: «Ribaltata la logica democratica»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Consulenze per quasi tre milioni (2 milioni e 873 mila euro) suddivisi in tre anni: sono quelle pianificate dalla Giunta regionale con una delibera dello scorso 18 giugno. Un settore che prima aveva un limite: non si potevano superare i 436 mila euro l’anno, aumentati a 540 mila nel 2021. Ora non c’è più un tetto e l’esecutivo di Alessandra Todde programma una spesa di oltre 873 mila euro per l’anno in corso e di un milione per ciascuno dei due successivi. Una decisione assunta «tenendo conto delle specifiche ed elevate professionalità necessarie per l'espletamento delle funzioni prioritarie individuate dalla Giunta regionale e della carenza o insufficienza delle medesime professionalità nell'organico del sistema Regione».
Gli incarichi sono vari: uno da 100 mila euro per «la riduzione della partecipazione azionaria detenuta dall'amministrazione regionale in Abbanoa», altri due da 280 mila euro per« supporto del Servizio “Pnrr regionale e Ufficio di supporto all'Autorità responsabile del Fondo sviluppo e coesione della Regione». E ancora: 70 mila euro sono destinati a pagare «una consulenza inerente all'analisi della situazione contabile e finanziaria della società Janna», 40 mila a un incarico riguardante l'ambito dell'attività di riforma della normativa sull'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Ma ci sono anche più di 70 mila euro per trovare un professionista che dia una mano sulla vertenza Entrate e 280 mila euro servono per «due incarichi a due esperti in campo legislativo per la predisposizione del testo della Legge Statutaria da presentare alla Giunta regionale per l'adozione della proposta di deliberazione da trasmettere al Consiglio regionale e per l'individuazione di una nuova legge elettorale».
«Altro che sobrietà e trasparenza: la Giunta Todde continua a trattare la Regione come un ufficio di collocamento politico e oggi si spinge ancora oltre, arrogandosi il diritto di riscrivere le regole fondamentali della nostra democrazia senza nemmeno coinvolgere il consiglio regionale». La polemica è innescata dal consigliere regionale d’opposizione Alessandro Sorgia, che accusa: «Si tratta dell’ennesima “infornata” di incarichi esterni che si aggiunge a un lungo elenco di consulenze, nomine fiduciarie e staff costruiti in questi primi mesi di legislatura. Un vero e proprio poltronificio istituzionalizzato, finanziato con soldi pubblici e gestito in modo opaco».
Ma la critica più forte riguarda il metodo: «È inaccettabile che la Giunta affidi ad esperti esterni il compito di scrivere norme fondamentali per l’assetto istituzionale e democratico della Regione senza un passaggio preliminare in Consiglio, senza coinvolgere i gruppi consiliari, senza ascoltare i cittadini. Si agisce in silenzio, come se la democrazia potesse essere affidata a pochi professionisti retribuiti anziché a un confronto pubblico, trasparente e istituzionalmente corretto».
Dura anche l’associazione Sardegna chiama Sardegna: «È una decisione che pone problemi molto seri, tanto sul piano democratico quanto su quello politico-istituzionale. Affidarsi a consulenze esterne non è, di per sé, un errore. Ma in questo caso si tratta di un ribaltamento della logica democratica. Si parte dalle consulenze prima ancora di aprire un confronto istituzionale e pubblico su due temi fondamentali come la riforma della legge elettorale e della legge statutaria», si legge in una nota, «in secondo luogo, appare l’ennesimo spreco di risorse pubbliche. La presidente e la Giunta dispongono già di risorse interne qualificate: basti pensare alla direzione generale della presidenza e all’Ufficio della presidente, con il suo ricco staff costruito grazie alla L.R. 10/2021, la cosiddetta legge “poltronificio” ereditata da Solinas e non cancellata o riformata».
Enrico Fresu