Con la destra al governo non ci sarà nessuna patrimoniale. Giorgia Meloni lo scrive nero su bianco in un post su X. Poche righe con cui la premier manda un messaggio chiaro ad una parte dell'opposizione e a Maurizio Landini. Proprio il leader della Cgil aveva infatti proposto una tassa per i patrimoni sopra i due milioni di euro. Il nuovo fronte polemico si aggiunge a quello sullo sciopero generale sulla manovra ed è solo l'antipasto dello scontro che si prospetta in Parlamento sulla legge di Bilancio, ora che si entra nel vivo degli emendamenti.

La patrimoniale «è ciclicamente tra le proposte della sinistra», attacca la presidente del Consiglio scatenando la reazione di tutta l'opposizione, anche se con diversi distinguo. Da giorni infatti il tema tiene banco con opinioni diverse: a favore della tassazione delle grandi rendite si schierano apertamente i leader di Avs, diversa la posizione della segretaria del Pd Elly Schlein. La leader dem infatti aveva aperto all'ipotesi parlando però di una tassa europea. E forse non è un caso che nel rispondere a Meloni, Schlein non usi mai la parola patrimoniale: «Il governo Meloni ha aumentato le tasse per tutti. E come se non bastasse nella prossima manovra interviene sull'Irpef e aiuta di nuovo i più ricchi anziché il ceto medio che si è impoverito». Poi l'affondo più pesante: «Con che faccia stamattina si sveglia e attacca le opposizioni? Il suo governo verrà ricordato come quello dei salassi per famiglie e imprese italiane e per gli aiuti ai più ricchi».

Contrario ad una patrimoniale è invece il leader M5s Giuseppe Conte. «Non è all'ordine del giorno», mette in chiaro l'ex premier che poi va all'attacco dell'esecutivo sottolineano come la «vera patrimoniale» l'abbia introdotta proprio Meloni: «Questo è il governo delle tasse, sono dieci anni ormai e abbiamo il record della pressione fiscale» che «si è abbattuta» in particolar modo «sul ceto medio, completamente impoverito, e sulle fasce più deboli della popolazione. È questa la vera patrimoniale, non distraiamo i cittadini dai veri problemi».

Che la tassa faccia discutere il cosiddetto campo largo lo dimostrano le prese di posizioni dei leader di Avs, Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli. Il co-portavoce dei Verdi accusa la premier di difendere i «super ricchi abbandonando i poveri», mentre Fratoianni si dice a favore di un contributo da chi ha grandi patrimoni: «Lo strumento si può discutere, si può stabilire la soglia, si può stabilire l'aliquota, si può intervenire dal punto di vista della tecnicalità normativa, ma che ci sia urgenza di distribuire la ricchezza, questo almeno a noi di Avs appare assolutamente evidente».

A mettere in guardia il cosiddetto fronte progressista dalla patrimoniale è invece il leader di Iv Matteo Renzi che bolla come «l'ennesimo autogol mediatico della sinistra» questa polemica: «La donna che ha alzato la pressione fiscale - è il ragionamento di Renzi - improvvisamente diventa la paladina che difende i cittadini dallo Stato esattore. E la sinistra che potrebbe guadagnare consenso sulla battaglia per abbassare le tasse si trova incastrata nel ruolo di vampiro». Per il segretario di +Europa Riccardo Magi le parole della presidente del Consiglio sono solo «un'arma di distrazione di massa. Invece che spiegare agli italiani una legge di bilancio flop, la premier scappa e si rifugia nella solita propaganda elettorale lanciando la palla in tribuna. Non abbocchiamo: Meloni dovrebbe dire ai suoi elettori che ha tradito ogni promessa fatta in campagna elettorale».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata